Fila, 90 anni in punta di matita e non solo

Novant’anni in punta di matita. Portati egregiamente. Oltre due miliardi e quattrocentomila matite e pastelli venduti nel mondo l’anno scorso. Un primato tutto italiano. L’azienda che ha aiutato generazioni di italiani a imparare a scrivere, a disegnare, a colorare è oggi bandiera della creatività e del made in Italy in molti Paesi del globo ed è leader non solo in quelli che sono tra i più antichi strumenti di scrittura. Le sue realtà produttive hanno radici in tre continenti. Era il 1920 quando, a Firenze, fece la sua silenziosa comparsa la prima matita firmata «F.I.L.A.», Fabbrica Italiana Lapis ed Affini, fondata da alcuni nobili fiorentini. Da allora, intere generazioni di italiani hanno imparato a scrivere, a disegnare, a fare scarabocchi, ad appuntare sogni, a sfogare emozioni attraverso il segno gentile prima di una matita, poi dei pennarelli, dei gessetti, delle penne a sfera, dei colori a tempera e delle paste per modellare.
«Per questo ci piace pensare ai nostri prodotti come a oggetti di tutti gli italiani - racconta Massimo Candela, classe 1965, attuale amministratore delegato, terza generazione nell’azienda di famiglia, bocconiano artefice della grande espansione internazionale che l’azienda fiorentina, con stabilimento a Rufina e sede operativa a Pero, in provincia di Milano, ha portato avanti in questi ultimi anni fino a collocarsi tra le imprese leader del settore nel mondo -; oggi siamo andati ben oltre i confini nazionali e rappresentiamo una delle realtà industriali e commerciali più solide e dinamiche, innovative e in crescita sul mercato degli strumenti per scrivere, disegnare, colorare e modellare. Siamo una multinazionale, ma ci piace ancora pensare alla Fila come a un’azienda di famiglia, come quando la rilevammo nel 1956, con 5 stabilimenti produttivi in Italia, Francia, Germania, Messico e Cina, e 15 filiali commerciali produttive nel mondo in cui operano oltre 2.500 addetti».
Alla casa madre fanno capo marchi di lunga tradizione e notorietà in Europa come Giotto, Tratto, Das, Didò, Pongo, e il marchio tedesco Lyra, con oltre 200 anni di storia, acquisito nel luglio del 2008. Ma il marchio Fila è noto anche ai consumatori del Nord America grazie ai brand Ticonderoga e Prang e al mercato sudamericano con Vinci e Mapita. Nel 2010 il gruppo raggiungerà un fatturato di 210 milioni di euro con un più 10% rispetto al 2009. Oggi, effettivamente, questa solida tradizione italiana parla tutte le lingue del mondo. Con l’acquisizione dello storico marchio tedesco, Fila entra a vele spiegate nel mercato della Germania, in quello scandinavo e asiatico, mentre moltiplica le sue capacità innovative e di espansione. Nei prossimi mesi, inoltre, l’apertura dello stabilimento in India. Una strategia d’internazionalizzazione, iniziata circa un decennio fa da Candela con l’acquisizione della spagnola Papeleria Mediterranea (oggi Fila Hispania) e proseguita nel 2000 con quella della francese Omyacolor Sa (azienda leader a livello mondiale nella produzione di gessetti colorati) e della cilena Clac (Companya de Lapices y Afines Chile). E ancora, nel febbraio del 2005, con l’acquisto dell’americana Dixon Ticonderoga, marchio storico della cartoleria Usa del 1795, tra le più vecchie società quotate sul mercato americano e leader nella produzione di matite in tutto il continente.
«Un processo di crescita e di acquisizioni mai interrotto e avviato già nel 1994 con l’italianissima Adica Pongo - continua Candela -; pensare globalmente e produrre localmente. Quando nel 1992 presi in mano le redini dell’azienda non avrei potuto fare altrimenti. Il rischio era quello di andare fuori mercato. Puntai subito sull’innovazione, la sicurezza, il design, lo stile italiano più elegante, l’ergonomia, l’internazionalizzazione strategica. Di storia ne avevamo da vendere. Questo percorso ha trasformato in pochi anni la Fila, in una realtà multinazionale. Abbiamo successo dove maggiore è il livello di scolarizzazione e dove le politiche governative impongono questo sviluppo. La miglior qualità al prezzo più equo, è una delle nostre filosofie. Così ci stiamo espandendo in mercati come il Messico.

Esportiamo il nostro modello italiano - ne siamo fieri - e realizziamo all’estero l’80% del fatturato».

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