Filippine Ansia per l’altro sequestrato «Vagni va operato al più presto»

Eugenio Vagni, l’operatore della Croce Rossa internazionale rapito il 15 gennaio nelle Filippine, deve essere operato. Lo ha riferito il ministro dell’Interno filippino, Ronaldo Puno, spiegando che l’uomo «soffre di un’ernia che necessita di un intervento immediato». Le autorità locali stanno aumentando la pressione sui ribelli islamici di Abu Sayyaf, che tengono in ostaggio Vagni e lo svizzero Andreas Notter, per costringerli a rilasciarli. L’italiano e lo svizzero sono trattenuti dai militanti di Abu Sayyaf. Un terzo dipendente della Croce Rossa, la filippina Mary Jean Lacaba, è stato rilasciato il 2 aprile senza riscatto. Abu Sayyaf ha però minacciato di decapitare sia Vagni sia Notter se l’esercito non si ritirerà. Ieri il personale filippino della Croce Rossa ha parlato al telefono con i due ostaggi ma non ha voluto rilasciare commenti sul contenuto della conversazione. Le truppe di Manila hanno accerchiato i banditi e i loro ostaggi nella giungla di Sulu, evitando però di lanciare offensive per non mettere a rischio la vita dei due europei. Per contribuire ai negoziati con la guerriglia, il capo dell’unità di crisi, il governatore di Sulu Abdusakur Tan, si è rivolto agli Ulema, i leader musulmani locali.

«È il nostro ultimo tentativo per assicurarci un rilascio pacifico e sicuro per i due ostaggi», ha spiegato il governatore Tan. I militanti di Abu Sayyaf intanto continuano a chiedere come contropartita per il rilascio il ritiro delle truppe, ma il governo insiste nel volere prima la restituzione degli ostaggi.

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