E la chiamano ancora «finanza creativa». No, niente a che fare con quella che ha sconquassato leconomia mondiale. È quella, invece, che sta sconquassando leconomia genovese. Creativa in quanto creata, letteralmente, fantasiosamente, disastrosamente da Palazzo Tursi, sede del governo della città guidato dal sindaco Marta Vincenzi. Ogni giorno, un esempio di creatività. Almeno uno, ma non è detto. Anche ieri, infatti. Della serie: «La sai lultima?». Eccola: «LAmt partecipa allaumento di capitale dellAtc», che poi sarebbe la consorella spezzina, intenzionata a far crescere il «versato» da 240mila euro a 2 milioni e 500mila circa.
Sì, avete capito bene, voi che vi lamentate dellautobus che non arriva, che avete subìto i tagli delle corse e delle linee, voi che quando riuscite a salire a bordo dovete sgonfiare i polmoni per incastrarvi ben bene nel mucchio. Ebbene, sì: si tratta proprio dellAmt, Azienda mobilità e trasporti, maggioranza delle azioni, 59 per cento, in mano al Comune, il resto ai soci di Tag (di cui Transdev, colosso francese, 95 per cento, Autoguidovie 5 per cento).
È proprio lAmt: quella che naviga in un mare di debiti, quella che «se non aumentiamo il prezzo del biglietto, dobbiamo segare le corse diurne e notturne», quella che «dal 1983 ad oggi - parola del vicesindaco Paolo Pissarello, mica del capogruppo del Pdl Raffaella Della Bianca -, ha assommato un deficit sulle spalle dei genovesi per 505 milioni di euro, di cui quasi 450 solo per sanare le spese di gestione. Un macigno - è sempre Pissarello che parla, mica il Pdl - che rischia di trascinare a fondo le finanze comunali». (...)
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