Politica

La finanziaria di Padoa-Schioppa ha già un buco

Pesano gli effetti della sentenza Ue sull’Iva per le auto aziendali

Fabrizio Ravoni

da Roma

Non bastava Telecom. Adesso a Prodi si aggiunge la «grana» della finanziaria; una «grana» attesa e prevista: entro il 30 settembre deve essere, per legge, presentata in Parlamento. Ma Palazzo Chigi non si aspettava che i lavori preparatori fossero così indietro. E tantomeno che i due personaggi deputati alla scrittura della manovra, Padoa-Schioppa e Visco, avessero idee così diverse sugli interventi. L’unica cosa su cui concordano è che i 30 miliardi previsti non bastano per far scendere il deficit del 2007 al 2,8%. Appena rientrato in Italia, il presidente del Consiglio viene a sapere che forse sarà necessario tornare a 35 miliardi. E la parte del leone la faranno le maggiori entrate.
Sale il deficit 2006. Al ministero dell’Economia si stanno ancora facendo i conti per fissare il deficit di quest’anno. Secondo documenti interni, il buon andamento delle entrate (+24 miliardi nei primi 7 mesi dell’anno) ha prodotto un aumento del gettito reale di quasi 10 miliardi. Un risultato che fa aumentare l’avanzo primario a 2,7 miliardi. Questi 10 miliardi equivalgono allo 0,75% del Pil, che se valgono per il calcolo dell’avanzo primario, possono essere anche conteggiati per il deficit; che scenderebbe così al 3,25% dal 4% previsto. Ma al ministero dell’Economia sono cauti per tradizione. Così, fino all’altro ieri, facevano capire che il deficit di quest’anno poteva scendere intorno al 3,6-3,7% del pil, anche per dare copertura alle risorse necessarie per Fs ed Anas. Di colpo, ieri, a causa della sentenza sulla deducibilità dell’Iva sulle auto (costa 12 miliardi, spalmati su 4 anni: 3 miliardi all’anno, lo 0,2% del pil), fonti del ministero dell’Economia - sembra lato Visco - fanno filtrare l’indiscrezione che il deficit di quest’anno potrebbe essere addirittura superiore al 4% previsto con il Dpef.
Manovra. Un aumento del deficit di quest’anno costringe il governo a rialzare la previsione del deficit tendenziale del 2007 sul quale calcolare la manovra. Se, nel giro di una settimana, i tecnici del Tesoro hanno portato il deficit di quest’anno dal 3,6 ad oltre il 4%; a quale livello verrà fissato il disavanzo tendenziale del 2007, fissato al 4,1% dal Dpef? C’è chi ragiona, vicino al 4,3-4,5%. Insomma, le riflessioni che si stanno facendo in via Venti Settembre è che 30 miliardi non sarebbero più sufficienti per raggiungere l’obbiettivo di un deficit al 2,8%, negoziato con la Commissione europea. In quanto la correzione dei conti pubblici ammonta a 15 miliardi; altrettanti dovrebbero coprire interventi per lo sviluppo. E 15 miliardi di correzione equivalgolo ad un punto di pil. Insomma, al momento, il deficit del 2007 sarebbe sopra il livello negoziato con Bruxelles. La manovra dovrebbe quindi tornare a non meno di 35 miliardi; oppure, ridurre la quota di risorse destinate allo sviluppo. Sono state previste in 15 miliardi. Ma 9 miliardi li assorbe, da sola, la riduzione di 5 punti del cuneo fiscale (i benefici Irap per i neo assunti a tempo indeterminato sarebbero di 5mila euro al nord, e 10mila al Sud). Di Pietro ne chiede 12,5 miliardi per aprire i cantieri. Fioroni non vuole tagliare la scuola. La Bindi vuole risorse per i bebè. Insomma, mancano i fondi. Così c’è chi pensa di far slittare di 6 mesi l’introduzione del taglio del cuneo.
Tasse. Al momento, è in corso un velato e sotterraneo braccio di ferro fra Padoa-Schioppa e Visco. La manovra dovrebbe essere divisa a metà fra maggiori entrate e minori spese. Il ministro, però, dice che è difficile fare risparmi di spesa. Così avrebbe chiesto al suo vice di aumentare la quota di maggior gettito. E Visco avrebbe detto «no». Non vuole passare come «l’uomo delle tasse». Anche perché già oggi l’intero risanamento strutturale dello 0,8% del pil, chiesto da Bruxelles, verrà garantito esclusivamente dal contributo tributario. Con la manovra ferma a 30 miliardi, Padoa-Schioppa vorrebbe che la quota «in carico» a Visco salisse a 20 miliardi. Il ministro sarebbe riuscito ad individuare risparmi per soli 8 miliardi, compresi i 2 attesi dalla fusione Inps-Inail, il miliardo e mezzo della cancellazione degli enti inutili, ed almeno un miliardo dalla centralizzazione degli acquisti. Dalla chiusura delle finestre previdenziali, si aspetta 800 milioni.
Patto di stabilità interno. Verrà modificato. Dal prossimo anno, gli enti locali non dovranno più rispettare tetti di spesa; ma - visto lo sblocco delle addizionali - dovranno presentare un saldo di bilancio. Insomma, potendo aumentare le tasse locali (che non figurano nel dato della pressione fiscale) potranno spendere di più. Al momento, il governo fissa in 96 il Fondo sanitario nazionale. «Le proposte del governo sono inaccettabili», commenta Claudio Martini, presidente della Toscana. Le Regioni ne chiedono 100, lo sblocco dell’addizionale Irpef e l’addizionale di 0,02 euro su ogni litro di gasolio.
Gossip. Il nuovo quadro dei conti pubblici avrebbe prodotto incredulità e sgomento a Palazzo Chigi; soprattutto per l’ipotesi di far tornare la manovra a 35 miliardi. Secondo i gossip di Palazzo, sarebbe stato ricordato a Padoa-Schioppa che fu proprio lui, a Telese, ad annunciare la riduzione della finanziaria a 30 miliardi. In più, un aumento della manovra viene giudicato «politicamente inaccettabile».

Il ministro si sarebbe difeso: la sentenza Ue sull’Iva delle auto è «polpetta avvelenata» di Tremonti.

Commenti