Un Renzo e Lucia coast to coast, con obiettivo di far conoscere Manzoni e la storia italiana negli Usa: sono i Promessi sposi nelladattamento dellassessore uscente alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory. Dopo New York, sul palco della prestigiosa Casa Italiana Zerilli-Marimò, e Washington, dove oltre duecento ospiti hanno assistito allo spettacolo allambasciata italiana, i sei capitoli dellopera trasformati in mini drammi di dieci minuti proseguono nel loro giro americano, che li porterà a Miami, San Francisco e Los Angeles, nella data di chiusura del 5 luglio (in Usa si replica in ottobre e in Italia la piéce arriva l11 luglio al Nuovo Festival Vittoriale a Gardone Riviera).
Inserito nelle manifestazioni di Italy@150, il programma per i 150 anni dellUnità dItalia, lo spettacolo, che vede come regista e attore Finazzer Flory, ha una compagnia selezionatissima: la voce narrante è di David Gibbons, le coreografie della prima ballerina della Scala di Milano Gilda Gelati e le musiche di Verdi, Mascagni, Bellini, Paganini sono eseguite da Elsa Martignoni, violinista dellOrchestra Giuseppe Verdi di Milano. I Promessi sposi sono un romanzo in cui la parola diventa ora strumento di potere, ora di liberazione» ci spiega Flory. «A scuola sono odiati perché imposti e non proposti come una storia in cui gli umili e la libertà hanno molto da dire e da dare». Storia qui proposta in versione drammatica che pare finire in commedia a un pubblico americano délite, a conferma di una immagine italiana allestero che regge benissimo: «Allestero limmagine dellItalia è migliore: è cultura intesa come incontro tra le arti. Come regista, metto in scena questo incontro tra teatro, letteratura, danza, musica».
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