AvellinoMalattie gravi inventate di sana pianta per poter accedere ai rimborsi del Servizio sanitario nazionale. Sotto i ferri finivano invece donne che ambivano a un seno nuovo o, a labbra stile Marylin Monroe, oppure sognavano palpebre e interno cosce rifatte.
Interventi di estetica che i pazienti avrebbero dovuto pagare di tasca propria e che invece, in centinaia di casi, ha finito col sobbarcarsi il Ssn grazie al trucchetto del ricovero per gravi patologie. Di questa cricca facevano parte medici, paramedici, dirigenti ospedalieri e pazienti. Tutti avevano da guadagnare qualcosa in questo «affaire» che ha visto per almeno 3 anni un solo sconfitto: le già disastrate casse del Servizio sanitario nazionale. Guadagnava chi spartiva i rimborsi per interventi gravi, ne guadagnavano in prestigio i professionisti, che nei resoconti di fine anno potevano annoverare interventi (mai avvenuti) dove era necessaria una grande competenza e specializzazione.
I medici coinvolti avevano anche la finalità di conseguire i predeterminati obiettivi di produzione in modo da far risultare unefficienza di reparto maggiore rispetto a quella effettiva, con i conseguenti premi incentivanti. Infine, traevano vantaggi anche i pazienti che ottenevano a zero spese interventi costosissimi di estetica che altrimenti avrebbero dovuto pagare. Lospedale finito nello scandalo è il San Giuseppe Moscati di Avellino.
La cricca è stata sconfitta dalla Guardia di finanza irpina, comandata dal colonnello Mario Imparato. Sei, tra medici, dirigenti e paramedici sono stati arrestati (e finiti ai domiciliari) con le accuse, a vario titolo, di peculato, falso in atto pubblico, falso ideologico, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e truffa ai danni dello Stato. Contemporaneamnte le fiamme gialle del nucleo di Polizia Tributaria hanno recapitato 22 informazioni di garanzia, a medici, dirigenti, paramedici e qualche paziente. Ma, lindagine, coordinata dalla procura di Avellino, iniziata 3 anni e mezzo fa, non è ancora conclusa.
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