Roma - "Non ho la sfera di cristallo, ma credo che Berlusconi non avrà la fiducia. Siamo in una oggettiva condizione di crisi politica dell'attuale governo: la sfiducia potrà essere conclamata o ci potrà essere un pareggio o un voto in più: ma resta la condizione di crisi di governo e l'Italia vivacchierà o tirerà a campare". Il leader di Fli Gianfranco Fini, parlando a In 1/2 ora di Lucia Annunziata, torna ad attaccare premier, Pdl e governo, confermando la scelta della rottura a due giorni dal voto di fiducia. Niente trattativa, dunque, per il presidente della camera che parla da leader di partito d'opposizione. Non solo, dice che il Fli comunque vada andrà all'opposizione e teorizza un nuovo governo di centrodestra che potrebbe essere guidato da Giulio Tremonti. Non vede "tradimenti" fra i suoi, Fini che continua a parlare da politico, anzi da vero leader di un partito che - parole sue - anche se non alleerà con la sinistra, andrà all'opposizione. Crisi o non crisi economica, riforme avviate o meno. Avanti contro il nemico Berlusconi, insomma, orizzonte politico ribaltato a dispetto del voto popolare.
"Fli non si dividerà" Le colombe di FLi che hanno promosso il documento di mediazione si sono mosse in buona fede, ma alla fine il gruppo parlamentare non si dividerà e voterà compattamente, ha aggiunto Fini. "FLi si riunisce lunedì sera, dopo aver sentito Berlusconi e discuteremo tra noi. Non è una novità che ci siano valutazioni differenziate, ma c'é un impegno comune. Sono tutte donne e uomini che hanno fatto una scelta difficile, non per interesse. Sono convinto che alla fine ci sarà una decisione comune e Fli non si dividerà". Comunque il documento delle colombe "é tardivo". "E' una proposta finalizzata ad aprire un paio di tavoli - ha osservato Fini - e una volta avviati ci asteniamo. Ma se in uno dei tavoli risulta che non c'é accordo, che si fa? Mica si presenta un altra mozione di sfiducia o si ritira l'appoggio del governo".
"Elezioni? Avventurismo politico" Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è "insensibile agli interessi della nazione", attacca ancora Fini. Secondo la terza carica dello Stato, "il presidente del Consiglio non si preoccupa di governare, ma di vincere la sua personale partita con un voto in più, salvo poi non sapere cosa fare il giorno dopo. A meno che il disegno di berlusconi sia quello di andare a votare...". "Ma - aggiunge - a elezioni non si va perché sarebbe avventurismo politico". Fini esclude anche che "non esiste governo tecnico". Non sollo, annuncia che Fli "sarà un movimento dìopposizione, comunque vada il voto di fiducia".
"Non ci fidiamo più delle parole del premier" Il problema è che "noi non ci fidiamo più delle parole di Berlusconi perché ne ha pronunciate tante in questi anni e ora servono i fatti". "La leggerezza di alcuni amici" di Futuro e Libertà è di non aver capito che "siamo arrivati al dunque", ha aggiunto il presidente della Camera, tornando sulla proposta di mediazione di alcune 'colombe' del suo partito e di altri parlamentari del Pdl. Ciò rende tardiva la proposta".
Il mantra delle dimissioni del Cav "Se Berlusconi non avesse a cuore soltanto se stesso la nuova fase l'avrebbe aperta lui con le dimissioni". Dopo le dimissioni, ha aggiunto il leader di Fli, "la formula è quella di un governo di centrodestra". Ala domanda su quale uomo dovrebbe andare a palazzo Chigi, Fini ha risposto: "Questo è prerogativa del capo dello Stato".
"Governo di centrodestra, magari con Tremonti" Gianfranco Fini ritiene che dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi serva un nuovo governo di centrodestra. E un esecutivo guidato da Giulio Tremonti lo sarebbe certamente, anche se "non è una questione di nomi". Le dimissioni di Silvio Berlusconi dovrebbero portare ad "un altro governo di centrodestra, altro che ribaltone!", ha detto il presidente della Camera. Alla domanda se considererebbe quello guidato da Tremonti un governo tecnico o un governo pienamente politico, Fini ha risposto: "Tremonti è il ministro cardine dell'attuale esecutivo ed è chiaro che sarebbe un nuovo governo di centrodestra, ma io non ne faccio una questione relativa al nome ne faccio una questione relativa al programma".
Difesa dei pm "Io credo che sia giusta" l'azione della magistratura per verificare se alcuni parlamentari sia stati "comprati" o "corrotti" ed è "gravissimo" dire che si tratta di una "ingerenza della magistratura". "Berlusconi può anche risultare simpatico, ma ha una faccia tosta. Non sa neppure se si salva martedì, ma ha detto che mercoledì in cdm vule fare la riforma della giustizia; Se vuole fare una riforma per tutti gli italiani io sono pronto, ma se è una riforma per non essere processato allora è un'altra questione".
Niente alleanza con la sinistra "Altro che alleanza con la sinistra: é una barzelletta a cui crede solo Berlusconi e che, forse, non fa ridere neanche lui". Fini esclude con queste parole la possibilità di una alleanza tra Futuro e Libertà e la sinistra. "Fli è nato per clamoroso fallimento solare di quella rivoluzione riformatrice che Berlusconi aveva promesso - aggiunge il leader dei futuristi - ma restiamo nel centrodestra".
L'asse con Casini "E' fantasioso ed autoconsolatorio il discorso di chi nella maggioranza dice 'prendiamo un voto in piu'' e poi andiamo avanti", allargando all'Udc, sottolinea. "Conosco Pier Ferdinando Casini da tanti anni, ho stima della sua intelligenza politica, abbiamo avuto momenti di massima concordia e di divergenza. Lui ha fatto un enorme sforzo e ha vinto un'enorme scommessa quando è tornato in Parlamento contro il Pd e contro il blocco Pdl -Lega, quindi contro di me allora. Ma Casini può svendere mai la sua recente storia politica e tornare sotto l'ombrello politico dal quale è uscito due anni fa prima di altri, soltanto perché il 14 Berlusconi è rimasto appeso ad un voto?".
La scommessa... "Neanche chi crede a Babbo Natale, come mia figlia Carolina che ha tre anni, può pensare che Berlusconi vincerà con dieci voti in più", azzarda Fini. "Se Berlusconi ottiene la fiducia con dieci voti lei si dimette da presidente della Camera? Accetta questa scommessa?", chiede la Annunziata alla terza carica dello Stato. "Accetto la scommessa - risponde Fini - e le prometto che in quel caso comincio a credere a Babbo Natale...".
E Casini: "Berlusconi dia prova di dignità" "Se Berlusconi capisce che l'unica cosa seria è andare a dimettersi evitando una ridicola conta" darebbe prova di aver capito che "non sarebbe una prova di debolezza ma di forza, dignità e responsabilità ". Pier Ferdinando Casini dal canto suo ribadisce la richiesta di dimissioni per il presidente del Consiglio. "C'é bisogno di una politica che non dica più bugie e che ne dica di meno, perché noi politici ogni tanto di bugie le diciamo", ha aggiunto il leader Udc. Casini ha rimarcato che quelli rivolti a Berlusconi sono dei "consigli". "Cosa possiamo fare di più di così per Berlusconi?", si è domandato retoricamente.
Bossi: "Piglia la fiducia" A dirlo è, invece, il leader del Carroccio interpellato dall'ANSA sulle possibilità che il premier ottenga la fiducia, risponde con sicurezza e deciso. Poi, dopo una breve pausa e con tono allegro e divertito aggiunge "...se non ha sbagliato i conti".
Bonaiuti: il premier non commenta "Leggiamo commenti romanzati, inventati di sana pianta, attribuiti al presidente Berlusconi sulla trasmissione 'In Mezz'orà. Per l'esattezza, il presidente ha visto di sfuggita appena due minuti della trasmissione mentre stava uscendo per recarsi all'aeroporto. Nessun commento quindi e tantomeno in quei termini. Purtroppo, i rigori del freddo natalizio sembrano avere su certe fantasie gli stessi effetti dei colpi di calore di Ferragosto", precisa in serata ail sottosegretario Paolo Bonaiuti, portavoce del premier.
E Capezzone: da Fini antiberlusconismo ossessivo "E' ormai chiaro che Fini è chiuso in un bunker, senza prospettive e senza ragionevolezza, e parla come Di Pietro. Con la differenza che a Di Pietro va riconosciuta la nettezza e la chiarezza di una posizione ormai storica", attacca il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. "Fini si arrampica sugli specchi - aggiunge Capezzone - si appella ipocritamente al calcolo dei giorni (quello che non è possibile oggi sarebbe invece stato possibile sette giorni fa o tre giorni fa, secondo lui): ma ormai non può più nascondere che la sua unica bussola è l'antiberlusconismo, una ostilità ormai personale, livorosa e ossessiva alla persona del premier, in una partita che Fini gioca senza scrupoli sulla pelle del Paese". "Che questo avvenga da parte di qualcuno che, come presidente della Camera, dovrebbe essere impegnato a svolgere un ruolo super partes, rende tutto ancora più grave - sottolinea il portavoce del Pdl - Fini sta realizzando un precedente gravissimo: dopo di lui, ogni carica istituzionale potrà invocare il 'caso Fini' come un precedente per giustificare qualunque atto partigiano e fazioso. E Fini non può cavarsela dicendo che la sua imparzialità deve limitarsi alla gestione dell'Aula: è inaccettabile che la terza carica dello Stato usi la sua poltrona per condurre scissioni, attaccare un governo, ospitare nei suoi uffici riunioni ribaltoniste, condurre ogni giorno polemiche laceranti".
Cicchitto: sfiducia? si rompe il centrodestra "Se cadesse il governo Berlusconi non ci sarebbe alcuna possibilità o spazio per un altro governo di centrodestra presieduto da chissà chi...". Il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cichitto, non ha dubbi su quello che potrebbe accadere. "L'asticella indicata da Lucia Annunziata e fatta propria da Fini - aggiunge Cicchitto - è francamente così elevata da risultare ridicola. Perché allora Fini non scommette su 20 voti di differenza? Comunque le sue distinzioni di ruoli sono così sottili da essere ormai inesistenti. Inoltre, in un momento così delicato non sono consentite mistificazioni. Propone al Fli di votare la sfiducia insieme al centrosinistra, atto in sé politicamente assai grave che provoca una rottura frontale nel centrodestra e che porta diritto o al tentativo di fare un falso governo tecnico senza il Pdl e la Lega, che sarebbe un ribaltone, o alle elezioni anticipate".
Bersani: "La soluzione non è nel centrodestra" La soluzione della crisi dell'attuale maggioranza non può essere ricercata "nel perimetro scompaginato del centrodestra". Così Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del Pd commenta le affermazioni rilasciate oggi dal leader di Fli nel corso della trasmissione di Lucia Annunziata. "Le dichiarazioni di Gianfranco Fini - ha detto il segretario del Pd - dimostrano che la stagione disastrosa del governo Berlusconi è oramai praticamente esaurita". "E' evidente che la soluzione non c'é - prosegue Bersani - Testimonia ancora una volta che così non si può andare avanti, che la soluzione non c'é, né nel perimetro scompaginato del centrodestra, né in nuove improbabili elezioni". "Rimane solo - conclude il segretario del Pd - quel che ha detto ieri la piazza di San Giovanni: da martedì bisogna fare un primo passo verso una situazione nuova che ci lasci finalmente alle spalle una stagione disastrosa e ormai palesemente esaurita".
L'amarezza della "colomba" Moffa L'ultima uscita di Fini allarga il solco tra colombe e falchi anche all'interno di Fli. "Prendo atto, con profonda amarezza, che il Presidente Fini ha praticamente bollato come 'tardiva' e inutile l'iniziativa che con altri parlamentari di Fli e del Pdl avevo assunto inviando una lettera-documento al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e allo stesso Presidente della Camera,Gianfranco Fini, al solo scopo di offrire una possibile via di uscita dalla crisi politica nell'interesse del Paese" afferma infatti Silvano Moffa. "All'amarezza si aggiunge la constatazione della assoluta ineluttabilita" della decisione annunciata da Fini di "votare la sfiducia al governo e di passare all'opposizione a prescindere dall'esito del voto di martedi". Decisione che, per quanto mi riguarda, rende praticamente superflua la riunione dei gruppi parlamentari di Fli fissata per domani sera, vanificando di fatto ogni serio confronto con quanti hanno aderito a Futuro e Libertà senza rinunciare alla propria liberta" di pensiero e di coscienza.
Continuo a pensare che gli italiani attendono da noi tutti segnali di responsabilita", soprattutto a fronte di una complessa e grave situazione economica e sociale. Grandi sono quei leader politici che, nei momenti difficili, riescono ad abbattere il muro della diffidenza per offrire orientamento e ricreare un clima di fiducia collettiva", conclude Moffa.
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