Fini telefona al Cav. Ma per l'incontro non c'è fretta

Tra loro una chiamata di auguri. Intanto Berlusconi amplia e ristruttura la tenuta accanto a Villa Certosa

Fini telefona al Cav. Ma per l'incontro non c'è fretta

nostro inviato a Porto Rotondo

Un giorno emezzo a Villa Certosa per tirare il fiato dopo il tour de force della campagna elettorale. Una visita lampo quella a Porto Rotondo, nella quale Silvio Berlusconi siconcede più d’una passeggiata nell’immenso parco oltre a dare un’occhiata ai lavori in corso nel nuovo terreno acquistato circa un anno fa. Villa Barbagli e il suo parco sono infatti praticamente attaccati alla Certosa, allargando ancora di più le dimensioni del buen retiro del Cavaliere. Unascelta che potrebbe spiegarsi con l’intenzione di difendere ancoradi più la sua privacy dopo le vicende della scorsa estate e le foto di Antonello Zappadu. Anche se c’è chi non esclude che la ristrutturazione del rudere di 400 metri quadri abbia come obbiettivo quello di aumentare i posti letto disponibili nel complesso della Certosa che - nelle trattative avviate per la vendita negli ultimi mesi- è risultata costare troppo soprattutto in relazione al numero di stanze che ha a disposizione. Difficile dire, insomma, se Berlusconi sia ancora intenzionato a trovare un acquirente per il suo buen retiro (tempo fa era tentato dal costruire una nuova villa nei suoi terreni sardi sulla Costa Turchese, dall’altra parte dell’isola) o se abbia invece abbandonato l’idea. Dicerto, ad accompagnarlo nel sopralluogo c’era Gianni Gamondi, l’architetto che da sempre cura ogni minimo dettaglio di quasi tutte leresidenze della famiglia Berlusconi. Una giornata di decompressione, dunque. Lontana dalla politica se non fosse per la telefonata di Gianfranco Fini che ha voluto fargli gli auguri di buonaPasqua. Il secondo colloquio telefonico tra i due dopo le Regionali, in attesa che la prossima settimana arrivi un vero e proprio faccia a faccia per cercare di fare il punto della road map delle riforme. Incontro che non è ancora in agenda e per il quale - non è un mistero - il premier certo non smania, visto che - è il senso del ragionamento fatto negli ultimi giorni - si tratta di decisioni che sono state demandate agli organi di partito. E se l’ufficio di presidenza del Pdl è convocato per mercoledì, la partita inizierà ad aprirsi davvero già martedì sera, quando ad Arcore è in programma una cena tra il Cavaliere, Umberto Bossi e lo stato maggiore della Lega. Un incontro nel quale il Senatùr insisterà molto sul presidenzialismo alla francese oltre che, ovviamente, sui decreti attuativi del federalismo e sulla riforma fiscale. Mettendo sul piatto, prevede chi conosce bene Bossi, anche la carta del ministero dell’Agricoltura lasciato libero da Luca Zaia. Anche se sul punto nei giorni scorsi Berlusconi è stato piuttosto chiaro, perché - ha raccontato in privato - che quel dicastero vada al Pdl è nerosu bianco in una scrittura privata depositata dal notaio. Di certo, il Carroccio insisterà per cercare di coinvolgere nel percorso delle riforme anche parte dell’opposizione. Eventualità su cui Berlusconi nutre molti dubbi, anche se ha deciso di lasciare la porta aperta e vedere come va a finire.

Così, mentre da Positano Giorgio Napolitano si dice «molto sereno» per «la fase che si è aperta» sulle riforme, il Cavaliere continua con il low profile dell’ultima settimana, nella quale ha quasi totalmente evitato di fare dichiarazioni. E anche ieri, prima di involarsi per Milano dove oggi passerà la Pasqua con i nipotini, ha deciso di dribblare i cronisti che lo aspettavano all’aeroporto entrando da un altro ingresso. 

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