Il fisco batte cassa dal papà di Asterix

Il fisco francese «separa» la coppia di fatto Goscinny-Uderzo, i padri di Asterix. A farne le spese (essendo Goscinny, l’autore dei testi e delle sceneggiature, morto nel novembre del ’77) è Albert Uderzo, il disegnatore. L’erario pretende da lui ben 203mila euro, poiché, per i criteri seguiti, l’unico vero creatore della popolarissima serie a fumetti è l’autore dei testi, mentre a Uderzo è riconosciuto soltanto il titolo di «semplice» illustratore. Come a dire che nelle strisce dei simpatici e maneschi gallici note e tradotte in tutto il mondo i disegni contano meno di zero.
Ebbene, questa interpretazione comporta tra l’altro la mancata applicabilità dell’esenzione dall’imposta pari al 10 per cento dei diritti d’autore incassati. Ma Uderzo, ignaro della regola, nel corso degli anni ha sempre dichiarato per intero i profitti ottenuti grazie alle sue creature di carta, omettendo però di versare il balzello. E ora lo Stato pretende di riscuotere tutto, ovviamente con gli interessi. «È un’ingiustizia, uno scandalo!», ha tuonato Uderzo, intervistato dal quotidiano Le Parisien, ricordando tra l’altro come il contratto originario con la rivista Pilote, risalente al 1959, riconoscesse a entrambi gli artisti la qualifica di autore. Inoltre, ha aggiunto Uderzo, nel suo sodalizio con Goscinny non si è mai limitato ai soli disegni, ma gli ha suggerito idee e spunti di sostanza: per esempio la figura di Idefix, il minuscolo cagnolino del gigantesco Obelix, e il ruolo di co-protagonista attribuito a quest’ultimo, nella prima avventura circoscritto invece a figura di contorno. Per non parlare del fatto che, dopo la morte dello sceneggiatore, ha continuato facendo tutto da solo.


«Non capisco la brutalità e la mancanza di rispetto con cui, cinquant’anni dopo la nascita di Asterix, il fisco si è svegliato e mi ha privato del diritto di essere co-autore del mio piccolo guerriero gallico», è sbottato Uderzo parlando con un altro giornale, Le Figaro. Comunque il disegnatore ha assicurato di non volersi arrendere, e non per denaro, ma per una questione di principio.

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