Fiumani presenta le «sue donne» Vent’anni di rock intriso di poesia

Stasera il cantante fiorentino formatosi con i «Diaframma» presenta il suo ultimo disco

«Sarà stata la Firenze di quegli anni, la voglia di musiche diverse, una seria arrabbiatura giovanile. Sta di fatto che, per me, i primi anni Ottanta sono stati il “big bang” del rock italiano». Piero Pelù ricordava così la scena dei suoi esordi. Erano gli anni Ottanta, ricordate? La scena rock del capoluogo toscano era attiva a ogni livello, con autoproduzioni, etichette e band.
Tra i leader di questo movimento, oltre ai «suoi» Litfiba, c’erano anche i Diaframma, senza ombra di dubbio il lato più cupo e sofferto della wave made in Italy.
La missione delle due formazioni era quella di cantare in italiano e di coniugare l’introspezione tipica della nostra tradizione con i ritmi di quello che arrivava dal pianeta anglo-americano. Un’impresa che veniva affrontata con un entusiasmo pionieristico.
Federico Fiumani e i suoi compagni di viaggio, che amavano i Joy Division e i toni freddi e un po’ cerebrali di inizio decennio, riuscirono a consegnare da subito alla storia del rock di casa nostra alcune pagine da ricordare. Una per tutte «Siberia». Ancora oggi, a più di vent’anni dalla sua uscita (fu pubblicato nel 1983), questo album ha il sapore, se non della modernità, della poesia coniugata con il rock. Prima testimonianza della vena febbrile di Federico Fiumani, che farà della sigla Diaframma una specie di alter-ego musicale della sua estetica (con quasi 30 uscite discografiche all’attivo). Nel 1986 sarebbe arrivato Tre volte lacrime, con un suono debitore della new wave. Seguito, a due anni di distanza, da Boxe, segnato da inquietudini punk. Era la fine di un trittico indimenticabile.
Per celebrare degnamente quel periodo sono approdati di recente nei negozi tre cd con svariati inediti, a cui si accompagnano tre dvd pescati dal repertorio dal vivo.
Ma Fiumani non è tipo da guardare al passato. Infatti, mister Diaframma non si è mai fermato e, accompagnato da musici occasionali, è rimasto garanzia di visioni poetiche e di paesaggi rock salaci e spesso inusitati.

Forse anche troppo, alla luce del ruolo marginale e periferico dell’imprevedibile cantautore-scrittore fiorentino, che «naviga» a vista in una sorta di clandestinità semiufficiale. L’ultimo disco s’intitola Donne mie.
Federico Fiumani
stasera ore 22, ingresso 8 euro
Casa 139 di via Ripamonti 139

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