Formigoni: «Avevamo ragione noi Escluderci dal voto era un abuso»

«Non abbiamo avuto bisogno di nessun aiutino dall’esterno, né del decreto legge. I nostri avvocati non l’hanno nemmeno citato. Il Tar ha ricostituito per intero il nostro diritto e riconosciuto che le nostre liste erano legittime». È passata un’ora da quando le agenzie di stampa hanno battuto la notizia della riammissione della lista di Formigoni alle Regionali, il presidente della Lombardia entra all’hotel Gallia per la conferenza stampa con la grinta di chi sa di aver vinto una battaglia di principio, prima di tutto. E lo ripete con decisione davanti ai cronisti mentre dalla piazza della stazione centrale arriva la musica degli antagonisti che manifestano contro il razzismo. «Non siamo stati riammessi, ma è stato riconosciuto che noi nella competizione ci siamo sempre legittimamente stati. E non per grazia ricevuta. Noi non abbiamo ricevuto alcuna grazia». Escludendo il listino di Formigoni dalle Regionali, la Corte d’appello ha «leso il nostro legittimo diritto di partecipare alla competizione elettorale in una regione dove governiamo da quindici anni e i sondaggi ci danno al 60 per cento delle preferenze. Sono convinto che vinceremo con questi numeri». Ora si tratta di riprendere la campagna elettorale, mancano tre settimane al voto e questi giorni serviranno per spiegare ai cittadini quello che è accaduto, per dire agli elettori che le loro firme erano valide fin dal primo momento e per illustrare ancora una volta il programma del centrodestra. Accanto al governatore ci sono anche il coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà, e il suo vice Massimo Corsaro. È lui che affonda il colpo, e dopo aver sottolineato la soddisfazione di aver vinto senza nemmeno aver avuto bisogno di citare il decreto legge varato ieri sera dal governo, accenna a quel senso di «giustizia riacquisita» e si spinge oltre. «A noi non basta quello che è successo. È stato gettato fango sulla formazione della nostra lista. Non ci basta veder riconosciuto che si trattava di un atto illegittimo. Vogliamo ottenere dal Tar anche la valutazione del merito che dice che tutte le firme presentate sono valide. Deve essere riconosciuto e acclarato». Il vicecoordinatore del Pdl invita i cronisti a ricordare che la sentenza del Tar non è altro di ciò che loro hanno detto dal primo momento. «Triste che sia necessario riunire il governo perché alcuni organi giuridici non conoscevano in modo adeguato le leggi». Il ricorso presentato dai Radicali era irricevibile, aggiunge Podestà. «Noi eravamo tranquilli sul nostro modo di operare. Siamo lieti di veder tornare la competizione elettorale nell’ambito della normalità e finalmente parleremo degli aspetti legati alla vita dei cittadini e dei programmi che vogliamo portare avanti».
«La sentenza del Tar conferma la regolarità nelle procedure seguite dal Pdl Lombardia per la presentazione della liste - conclude l’assessore Stefano Maullu -.

Si chiude così un’inutile e perniciosa querelle che avrebbe rischiato di inficiare gravemente il legittimo diritto ad esprimersi. A dispetto delle provocazioni del centrosinistra, la volontà popolare potrà manifestarsi liberamente».

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