Racconta il presidente Formigoni che la corsa è uno sport che non lascia alibi. Si corre con i muscoli e con il cuore. È una metafora dell’impegno e del darsi da fare. Un po’ come la politica. «Mi sono allenato tanto perché sapevo che avrei dovuto correre due maratone. La prima l’ho vinta alla grande, adesso mi preparo per quella decisiva di settimana prossima». Quattro ore e dieci chilometri dopo aver partecipato alla Stramilano dei 50mila, il governatore ha ancora tutta l’adrenalina in corpo di chi ha assaporato un primo successo tagliando il traguardo dopo 55 minuti e 45 secondi. E di chi si sta preparando per conquistare anche il secondo, quello elettorale. «Ho frantumato il mio record dell’anno scorso. Gli avversari? Non li ho nemmeno visti. Erano alla partenza sì, ma all’arrivo non c’erano più». Come in questa corsa alle regionali. Ora si tratta di stringere i denti per l’ultimo rush, qualche telefonata dedicata in questi giorni per poi volare verso il traguardo. «Dirò ai miei, facciamo l’affondo finale e convinciamo gli indecisi. Mettetevi pantaloncini e maglietta. La democrazia ha bisogno del conforto di tutti». Proprio come ieri mattina, per le strade della città, quando ad incitare il presidente che correva c’era la sua gente, gli amici della squadra della Regione Lombardia. Con il suo amico e preparatore atletico al fianco a spiegargli il tragitto migliore da seguire, come prendere la curva e quando spingere ancora di più scortato dai suoi l’assessore Massimo Buscemi e i consiglieri Sveva Dalmasso e Paolo Valentini Puccitelli. Accanto, l’onorevole Maurizio Lupi, l’assessore Alan Rizzi e il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri. Mentre una folla di fedelissimi lo seguivano cercando di tenere il suo passo e nelle retrovie i più lenti si ripetevano che non avrebbero dovuto mollare, mai.
«Ti danno l’adrenalina e ti fanno andare ancora più forte. Sento una grande simpatia per la gente. Mi riempiono le tasche di bigliettini e di lettere. A me piace la politica fatta così, one to one». E poi ti spingono a impegnarti sempre di più, noi abbiamo l’obbligo di dare il massimo, continua Formigoni. «Non mi sono mai ritirato da una gara, da nessun tipo di gara. Quando parto, arrivo, secondo gli impegni assunti». Arrivare fino in fondo è un esercizio che permette di misurarti con la vita. Lo ripete anche Vittorio Agnoletto, in pantaloncini e maglietta, con un fazzoletto rosso intorno al collo con la falce e il martello. «Io sono la sinistra che arriva in fondo, non quella che passa e se ne va». Come il rivale del Pd, Filippo Penati che aveva annunciato la sua partecipazione alla Stramilano salvo poi ritirarsi dopo poco. Troppi impegni elettorali. E però trova il tempo di lanciare qualche spot prima dello sparo del cannone: «la mia giunta sarà la metà di quella di Formigoni, perché composta da 7 assessori, di cui tre donne». Da Merate, aggiunge poi che se vincerà il candidato del centrodestra «gli scontri tra Pdl e Lega renderanno la Lombardia un campo di battaglia: la giunta di Formigoni sarà commissariata e la Regione paralizzata».
«In Lombardia l’alleanza fra Pdl e Lega funziona perfettamente - replica il governatore -. La sinistra trovi altri argomenti, almeno in questi ultimi giorni, anche se capisco che per loro non è facile». Proprio come arrivare in fondo a una gara.
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