Forte Quezzi ridotto a un porcile

Forte Quezzi ridotto a un porcile

Un allevatore settantenne di maiali di origini sarde ha trasformato in un porcile la costruzione militare di Forte Quezzi, una delle nove che sorgono alle spalle di Genova. L’uomo ha occupato il forte, una struttura risalente al ’700 ed oggi, in teoria, meta turistica inserita nelle guide sulla città, adibendola a porcile e ovile. Accanto ai suini l’uomo allevava infatti anche le pecore.
Forte Quezzi, del resto, non ha nulla a che vedere col fenomeno turistico in quanto tale. Nessuno ha mai accompagnato gruppi di turisti fin dento il forte per raccontare le vicissitudini di coloro che, al riparo di quelle mura, hanno combattuto e a volte son a cnhe morti. Di fatto, la costruzione era abbandonata a se stessa e, alla fine, un pastore qualsiasi ne ha fatto la propria casa. Anche se il pastore in questione era invece autorizzato a vivere in un manufatto nei pressi del forte stesso. Così alla fine all’interno del forte ha costruito varie strutture necessarie al suo lavoro di allevatore. I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Genova, agli ordini del comandante Salvatore Di Stefano, lo hanno scoperto e denunciato, volando in elicottero sulla zona.

Le ipotesi di reato a suo carico sono danneggiamento di patrimonio storico artistico nazionale, costruzione di opere illecite su beni culturali sottoposti a vincoli architettonici, interventi edilizi non autorizzati in zona sottoposta a vincolo paesaggistico e invasione arbitraria di terreni ed edifici appartenenti al pubblico patrimonio. Gli allevamenti sono stati smantellati.

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