Con la forza di Petrenko il «Tannhäuser» è servito

Al Carlo Felice di Genova splendido omaggio a Richard Wagner

Alberto Cantù

da Genova

Genova, città della musica. E delle sorprese. Ad esempio, lo stesso giorno e in contemporanea o quasi, Mozart e Wagner. Una «maratona Mozart» di otto ore con allievi del Conservatorio Paganini e un ricco, ben articolato «Omaggio a Richard Wagner» che il Teatro Carlo Felice ha giustamente inserito nella stagione d’opera. Giustamente perchè gli «squarci sinfonici» wagneriani non sono musica banalmente gratificante o descrittiva (Wagner detestava i lavori descrittivi) bensì momenti di particolare significato e intensità all’interno del «dramma» di Wagner e che tale «dramma» illuminano. Musica teatrale, insomma.
Ed ecco il ben concertato «Omaggio a Wagner» con l’Orchestra del Carlo Felice, in ottima forma, sotto la bacchetta d’un giovane direttore russo da tenere d’occhio, Kirill Petrenko, più noto all’estero (Vienna, Cleveland, Salisburgo) che da noi. Voce solista, un soprano drammatico con tutte le carte in regola - da Isolda a Elettra (anche su disco), da Leonore nel Fidelio a Marie in Wozzeck - ossia Deborah Polaski.
Programma cronologicamente disposto che inizia con Tannhäuser: l’Ouverture e il Baccanale, l’amore cristiano - i pellegrini in coro verso Roma - che vince quello sensuale ossia le seduzioni di Venere.
Diremmo che Tannhäuser «serve» a direttore e orchestra per carburare letture di scolpita forza drammatica (Preludio e Morte di Isotta ossia l’alfa e l’omega del Tristano) o di forte respiro epico (dal Crepuscolo degli dei, la Marcia funebre di Sigfrido e l’Olocausto di Brunilde dove la voce della Polaski risulta al meglio quanto a risalto solido, brunito e coinvolgente).
Non teatrale ma privato è il tenero Idillio di Sigfrido in cui l’epos de L’anello del Nibelungo si piega a risultati di intima, affabile, cameristica letizia e dolcezza.

Nel dirigerlo, pur lesinando sui chiaroscuri, Petrenko ricorda che Wagner lo compone un 25 dicembre come brano natalizio (il primo compleanno del figlio Sigfrido) e come lavoro nel quale tradurre il suo amore per la neo-moglie Cosima, figlia di Franz Liszt.
Alla fine, quattro tornate di grandi applausi e l’orchestra che, nonostante le sollecitazioni del direttore, resta seduta perché il plauso del pubblico vada interamente alla bacchetta.

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