Fremondo

Ecco un santo inglese che, chissà come mai, è sfuggito all’attenzione dei compilatori del britannico Grande Dizionario dei Santi, di Alban Butler (trad. it. Piemme). La voluminosa Bibliotheca Sanctorum (Città Nuova) gli dedica pochissime righe, dalle quali apprendiamo che Fremondo visse nel IX secolo. A quel tempo l’arcipelago britannico era frazionato in molti piccoli regni, anche se ormai il cristianesimo aveva preso piede stabile in tutti. Fremondo era di sangue reale, apparteneva al casato del re della Mercia. Sembra che, a un certo punto, abbia lasciato ogni incarico a corte e sia andato a vivere da eremita in un luogo imprecisato. Doveva essere stato un capo militare, perché, quando i danesi pagani invasero la Mercia, il re mandò a cercarlo. Fremondo, ligio ai doveri del suo rango, smise l’abito da penitente e impugnò ancora le armi. Questa volta non si trattava solo di difendere l’indipendenza del regno ma anche il cristianesimo, perché i barbari danesi distruggevano chiese e monasteri per innalzare i loro idoli. La campagna bellica terminò con un successo e Fremondo ritornò al suo eremitaggio. Ma era destino che non dovesse restarvi a lungo. Infatti, era nella linea del trono e, quando questo si rese vacante, un suo consanguineo pensò di scavalcarlo nel diritto alla successione uccidendolo. L’anno doveva essere l’886.

Fremondo venne sepolto a Offschurch; col tempo, della sua tomba si persero le tracce, fu ritrovata dopo due secoli e trasferita a Dunstable dove dal 1212 cominciarono a registrarsi dei miracoli.
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