Frotte di ragazzini all’assalto dell’Esercito

Frotte di ragazzini all’assalto dell’Esercito

«Vietato non divertirsi». Potrebbe essere questo lo slogan per riassumere l'entusiasmo e la partecipazione degli oltre 20mila bambini e ragazzi, che hanno iniziato ieri ad affollare il padiglione S e C della Fiera del Mare. È la «carica» della tre giorni della Festa dei Giovani promossa e voluta dalla Fondazione Carige. Palloncini, grida, divertimento, complicità e tanto sudore sono stati gli ingredienti principali della kermesse. E qualcuno alla fine ha pure pianto, perché a casa proprio non ci voleva tornare. Giorgio con i suoi occhi azzurri, ieri pomeriggio davanti all'ingresso principale ha fatto passare un brutto quarto d'ora alla mamma, replicando tra una lacrima e un'altra: «Voglio continuare a giocare». In realtà la Festa dei Giovani di gioco si tratta, ma anche di sport, di cultura. Senza dimenticare il posto d'onore riservato alla solidarietà. Non a caso la scelta del testimonial della manifestazione è ricaduta su Vittorio Podestà, l'ingegnere chiavarese che dal 19 marzo del 2002 è costretto su una sedie a rotelle dopo un incidente stradale. Oggi però è campione del mondo di handbike. Sono bastati pochi attimi minuti per rompere il ghiaccio, e poi via, liberi di sentirsi, padroni dello spazio, immersi nelle infinite opportunità.
«I ragazzi della Brigata Paracadutisti della Folgore, appena tornati dall'Afghanistan, dopo aver accolto nei loro stand mille piccoli visitatori si sono abbandonati a un simpatico sfogo - ha ironizzato il colonnello Valerio Angeli, capo della sezione promozione reclutamenti -. Mi hanno confessato, ridendo, che forse è meglio l'Afghanistan della "Festa dei Giovani". In effetti il percorso allestito dall'Esercito Italiano ha avuto il suo bravo seguito di pubblico nella piccola «cittadina» militare che ospita le prove di sci da fondo, roccia, ponte tibetano, prova di equitazione, simulazione subacquea e passaggio su corda. E a fine percorso l'attestato di partecipazione. In giro nel padiglione S, Angelica, Lisa, Veronica Giacomo, Francesco e Davide sono i più entusiasti. Affamati e stanchi, i ragazzi della quarta A di Villa Banfi di Pegli, dopo aver ballato l'hip pop e le musiche caraibiche, e setacciato ogni angolo hanno ripreso diligentemente il loro treno, e sono tornati a casa. «Lode a iniziative del genere, perché è giusto credere e investire nelle attività sportive che insegnano, soprattutto, nelle elementari il rispetto delle regole e l'unione con gli altri - hanno spiegato i loro insegnanti Alessandro Fava ed Elisabetta Galbo -. I bambini attraverso lo sport diventano autonomi nei comportamenti, e rendono di più nella didattica».
Inoltre la felice collaborazione del Teatro della Tosse con la Fondazione Carige ha portato il teatro direttamente in Fiera: si è alzato ieri mattina, il sipario su «Paganini e i suoi capricci», scritto da Antonio Conte, regia di Nicholas Brandon. Lo spettacolo ha cercato di far conoscere agli studenti i grandi personaggi della storia e della cultura genovese. Protagonisti sono stati gli attori della Tosse Alberto Bergamini, Enrico Campanati e Pietro Fabbri e gli alunni di cinque scuole di Genova e provincia: le elementari di Genova «O. Foglietta», «A. Cantore», «C. Palli», la scuola primaria di Calvari «Ai Caduti d'Italia» e la materna «Tollot Orientale». I bambini hanno dato vita a cori alternandosi e avvicendandosi con gli attori.
Tra urla, sorrisi e anche qualche spintone, in molti hanno partecipato ai giochi della Gioventù del Coni nel padiglione S. In tanti, anche al convegno curato dal Centro di solidarietà di Genova per parlare di «Minori giovani, con loro per loro. Esperienze nelle scuole, progetti futuri». L'associazione culturale Eureka ha intrattenuto piccoli e meno piccoli con lo spettacolo dei burattini, mentre sul palco centrale andavano in scena i saggi teatrali scolastici e ginnici, i giochi sportivi e la danza sportiva.

Notevole la partecipazione nello stand del Museo Luzzati: oltre dieci classi si sono cimentate e divertite nella costruzione di una «Genova a pezzi», fatta di fotocopie e collage di carte decorate, tecnica tanto amata dal maestro.

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