"Il fuoco era la cura" una storia alla Orwell

L'adattamento di «Fahrenheit 451» di Bradbury Teatro Sotterraneo in scena (un mondo distopico)

"Il fuoco era la cura" una storia alla Orwell
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Nel 2022, al Piccolo Teatro Grassi, la Compagnia Teatro Sotterraneo presentò una personale articolata su tre spettacoli; «Shakespearology», «Overload» e «L'Angelo della storia», mostrando il suo modo di lavorare, di concepire determinati format. Le storie raccontate attraversano lunghi periodi di tempo, in un continuo rapporto tra passato, presente e futuro, tanto che, secondo i tre creatori-registi (Sara Bonaventura, Claudio Cirri e Daniele Villa), sembra che la Storia ci abbia raccontato solo delle frottole, fin dai tempi antichi. Il gruppo ama muoversi su un sapere distopico, per questo motivo ha deciso di portare in scena un adattamento di «Fahrenheit 451» di Bradbury, col titolo: «Il fuoco era la cura», in scena al Teatro Studio Melato, da domani al 26 maggio.

Poiché sono ospiti del Piccolo, come non ricordare l'edizione di «Fahrenheit 451», messa in scena da Luca Ronconi, con Elisabetta Pozzi, Alessandro Benvenuti, Fausto Russo Alesi, Melania Giglio e Maria Grazia Mandruzzato, che ne fece una «commedia di approfondimento», evitando le convenzioni teatrali, nel massimo rispetto del testo. Teatro Sotterraneo ha reso il testo meno drammatico, trasferendo la paura di vedere bruciare i libri, dal nuovo ipotetico imperialismo, rappresentato dai pompieri che, da vent'anni, compiono questo lavoro, non in una realtà immaginaria, ma in qualcosa che sta accadendo ai giorni nostri, dato che nessuno ha più voglia di leggere, accontentandosi di ciò che viene raccontato dalle televisioni. Come non pensare al romanzo di George Orwell «1984» e al controllo mediatico che veniva fatto con gli schermi con i quali il Grande Fratello controllava il passato, per controllare il futuro, e il presente per controllare il passato? Il riferimento a una società massificata appare evidente, come lo è in «Fahrenheit 451», dove si assiste a strade percorse da bolidi sfreccianti, ovvero gli automezzi dei vigili del fuoco, i quali ritengono i libri l'origine delle disuguaglianze e, pertanto, pericolosi. Per costoro, il fuoco era la cura o, come scrive Bradbury: «Il fuoco è luce e, soprattutto, purificazione».

Protagonista è Montag, obbediente esecutore, che prenderà coscienza del suo ruolo nefando, grazie alla giovane Clarisse, ai consigli del professore Faber, fino alla ribellione e, benché fosse inseguito da un segugio meccanico, finirà per unirsi agli uomini-libro che mandano a memoria, ognuno, un capolavoro della letteratura.

La materia è di attualità perché intreccia la libertà intellettuale con l'educazione allo studio, il ruolo dei mass-media, con la paura di possibili totalitarismi, il pensiero debole col pensiero forte, solo che, nelle mani del Teatro Sotterraneo diventa, persino, materia di divertimento, grazie a un certo distacco creato, appositamente, dalle musiche, da una recitazione lontana da ogni forma di mimesi, con l'uso di microfoni a vista, con tonalità pop, che raggiunge, l'eccellenza, nella danza dei pompieri, in tuta rossa, con strisce gialle, con casco nero, con qualche sfumatura di giallo, attraversata da neon colorati, mentre sugli schermi vengono proiettati le didascalie, accompagnate da brani della colonna sonora che fanno riferimento a dei libri, il tutto realizzato con un dinamismo che vede impegnati cinque attori (Flavia Comi, Davide Fasano, Fabio Mascagni, Radu Murarasu e Cristiana Tramparulo) che alternano il ritmo col gioco, la voce col gesto, il canto con la recitazione.

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