nostro inviato a Parma
Adesso ha anche il titolo accademico per rivolgere un monito ad Antonio Cassano e spiegare subito dopo, agli allievi del master in organizzazione dello sport e dello spettacolo sportivo di Parma, la necessità per il Milan di schierare un osservatore in pianta stabile sul mercato del Brasile. Adriano Galliani, fresco di scudetto e adesso anche del master, è sempre chiuso a catenaccio sul prossimo colpo di calcio-mercato (dice in pubblico, in privato invece sospira «magari è ceko»), al massimo può concedere un'altra tessera al puzzle disegnato da Allegri («ha l'occhio ceruleo»). Di sicuro può spiegare agli allievi del master e anche ai tanti uditori della sua lectio brevis di ieri pomeriggio all'università di Parma che «Cristiano Ronaldo è ultra irraggiungibile, insieme con Kakà» e che il fair-play finanziario di prossima emanazione può solo diventare «concorrenza sleale» a causa delle diseguaglianze di regimi fiscali e non solo esistenti tra i diversi paesi europei. Così, dopo aver ritirato con palese soddisfazione il master alla carriera, Galliani può rispondere alle domande che gli arrivano dalla platea e rimettere in fila indiana i motivi che stanno spingendo inesorabilmente il calcio italiano verso il declino. «A Wembley, per la sola finale di Champions, sono stati incassati qualcosa come 18 milioni di euro. Come facciamo a competere con queste cifre?» il dato significativo seguito dalla riflessione amara. Che fa la rima con le difficoltà legate alla gestione di San Siro. «Di sicuro, Inter e Milan resteranno a San Siro fino al 2016, poi si vedrà» l'altra notizia sull'argomento delicatissimo degli impianti che hanno frenato e frenano lo sviluppo del calcio italiano. «Ai tempi di Van Basten e Gullit, noi del Milan fatturavamo il doppio di Real e Barcellona, adesso è esattamente il contrario. Oggi Van Basten e Gullit andrebbero in Spagna, non più a Milanello» è la sua conclusione perentoria.
Prima di chiudere c'è lo spazio per chiosare qualche grana contemporanea di modesta entità rispetto ai problemi strutturali del sistema. Per esempio Antonio Cassano, cui Prandelli ha raccomandato di giocare con continuità se vorrà trovare spazio in Nazionale. «Io faccio il dirigente del club e dico che abbiamo bisogno di 4-5 grandi attaccanti per competere in Champions e in campionato. Cassano deve impegnarsi per convincere Allegri a utilizzarlo di più» è la risposta di Galliani che inchioda il pibe di Bari ai cancelli di Milanello. Dove sono in arrivo altri brasiliani e non si tratta soltanto di Ganso, il nome più gettonato da qualche mese a questa parte.
Galliani «prof» allUniversità di Parma
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