Antonio Signorini
da Roma
Un risparmio di 30-45 milioni di metri cubi di gas al giorno per evitare blackout e intaccare il meno possibile le riserve strategiche. Il governo ha fissato il piano per fare fronte allemergenza energetica in due decreti che, come annunciato, sono stati approvati da un Consiglio dei ministri straordinario. Le misure sono più o meno quelle note cioè la riapertura delle centrali elettriche a olio combustibile e labbassamento delle temperature massime consentite negli uffici e nelle abitazioni. Ma lesecutivo ha anche deciso di giocare fino in fondo una partita internazionale dai tempi lunghi: il ritorno al nucleare.
Ieri, a margine dellEcofin il ministro delle Finanze francese Thierry Breton e il responsabile dellEconomia Giulio Tremonti hanno reso noto di avere la medesima posizione sullenergia atomica. Il primo ha presentato ufficialmente allEcofin un memorandum a favore; lItalia ha annunciato che presenterà un dossier dello stesso tenore al G7. «Non abbiamo alternativa al nucleare. Sono convinto che quella del nucleare è una delle soluzioni principali», ha anticipato Tremonti.
Per quanto riguarda le misure temporanee adottate ieri a Palazzo Chigi, i termostati dovranno essere abbassati di un solo grado, ma - e questa è una novità rispetto alle anticipazioni - si dovranno chiudere i riscaldamenti con unora di anticipo rispetto ai limiti di tempo che la normativa fissa per ogni zona del Paese. Sono, come previsto, esclusi ospedali, cliniche, case di cura, centri per anziani, scuole e asili nido. Nessun controllo dentro le case perché «non siamo uno stato di polizia», ha assicurato il ministro alle Attività produttive Claudio Scajola. Però «è un dovere civico rispettare i limiti di legge». Non è quindi escluso che in seguito, nel caso i risultati siano inferiori rispetto alle attese, il governo decida di applicare le sanzioni già in vigore. «È bene che nessuno faccia il furbo. Per non entrare in unemergenza, e non siamo in unemergenza, chiediamo che ognuno faccia la sua parte», ha sottolineato.
Confermato il ricorso alle centrali elettriche alimentate a olio combustibile. Saranno riattivate quelle che erano state chiuse negli ultimi due anni e sostituite con quelle a gas. Il permesso riguarda solo le centrali a olio senza o a basso tenore di zolfo ed è limitato fino al 31 marzo. Grazie a questa misura - contestata perché farà aumentare linquinamento atmosferico - il fabbisogno calerà di circa 25-30 milioni di metri cubi al giorno mentre dai risparmi energetici ci si attende una diminuzione di 5-10 milioni di metri cubi. Senza un intervento di emergenza il ricorso alle scorte strategiche di gas scatterebbe già dal 15 di febbraio. La riapertura delle centrali a gas potrebbe anche comportare qualche piccolo rincaro nelle bollette di giugno. A deciderlo - ha annunciato Scajola - sarà lAuthority per lenergia.
I produttori hanno promosso il decreto. «È sufficiente per ora. Non verranno toccati i consumi», ha assicurato lamministratore delegato dellEni Paolo Scaroni. In ogni caso, ha precisato, «fino al 2007-2008 con il problema degli approvvigionamenti ci dovremo convivere». Dopo il 2008, ha aggiunto, lamministratore delegato di Edison Paolo Quadrino, la situazione si potrebbe ribaltare e lItalia potrebbe diventare una sorta di «hub» nella fornitura di gas per l'Europa del nord.
Scajola ha annunciato che chiederà alla Russia il rispetto degli accordi sulle forniture di gas. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha ricordato che lItalia ha ricevuto «un trattamento di grande favore» da parte della Russia, ottenendo riduzioni limitate. Roma continuerà in ogni caso a fare pressione.
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