Gasparri: pronti a sfiduciare Visco in aula

Gasparri: pronti a sfiduciare Visco in aula

da Roma

«È doveroso presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Visco» scegliendo le procedure più opportune considerato che l’esponente diessino è un viceministro e quindi non se ne possono richiedere direttamente le dimissioni in entrambi i rami del Parlamento. Ma il deputato di An, Maurizio Gasparri, è determinato ed intende coinvolgere alla Camera sin da domani «tutti coloro che ritengono giusto sollevare questo tema perché anche se i fatti non hanno rilevanza penale ci sono state interferenze indebite e atteggiamenti arroganti» nei confronti del generale Speciale e della Guardia di Finanza.
Onorevole Gasparri, come intende agire?
«Bisogna presentare una mozione di sfiducia che riguardi Visco, ma interrogandosi anche sul suo “protettore”, il ministro Padoa-Schioppa, che tende a fare l’avvocato delle cause perse. Le motivazioni per una mozione ci sono tutte perché non basta il formale rispetto del codice penale, ci sono aspetti deontologici da analizzare. Da parte della Procura c’è una censura evidente dei comportamenti di Visco».
La mozione sarà circoscritta al solo centrodestra?
«Chiederò a tutti i deputati di sottoscriverla. Voglio vedere che cosa diranno e cosa faranno persone come Di Pietro, che non vuole l’indulto e resta ministro, che non è d’accordo sull’attacco alla Gdf e resta al governo. Serve un giudizio politico su quello che ha scritto la Procura. L’antipolitica si combatte con la buona politica».
Ci sono altri atti che saranno portati all’attenzione del Parlamento?
«La Procura sottolinea l’illiceità della concezione proprietaria della Gdf per cui sarà utile fare riferimento al fatto che il comportamento è reiterato. Sono in possesso di tanti documenti e anche della lettera dell’ex comandante generale Mosca Moschini, oggi consigliere militare del presidente della Repubblica, nella quale si lamentava delle interferenze del ministro delle Finanze Visco, comportamenti analoghi a quelli attuali. Con un linguaggio molto forbito, molto militare e molto formale fa capire che Visco non doveva intervenire. La reiterazione è una circostanza aggravante. Non è possibile che chi è stato bocciato dalla magistratura continui a svolgere la sua attività. Anche se gli hanno ritirato le deleghe sulla Gdf Visco ha ancora poteri in materia fiscale».
Ingerenze delle quali si è lamentato Speciale che nell’intervista concessa ieri al Giornale ha evidenziato che il viceministro si interessava di indagini in corso.
«È credibile ciò che dice Speciale. Dell’attenzione protettiva nei confronti di compagni di partito. L’atteggiamento dei Ds è quello di usare il potere per bloccare le indagini e sfuggire ai giudizi. Anche il caso D’Alema è emblematico: anziché affrontare il giudizio, si trincera dietro la burocrazia. Si discuta di D’Alema alla Camera e poi si affronti la mozione di sfiducia su Visco».
C’è una questione procedurale: sia alla Camera che al Senato le mozioni di sfiducia individuale si presentano nei confronti di ministri e Visco è di fatto un sottosegretario.
«Lo vedremo sul piano procedurale. Anche per questo motivo ho accennato a Padoa-Schioppa, poi, se sarà necessario, risaliremo fino a Prodi. Non è un problema».
Nella richiesta di archiviazione i pm hanno sollevato un problema: il fatto che la Gdf sia l’unico corpo di polizia ad avere un comandante generale esterno la rende in qualche modo più vulnerabile a eventuali interferenze.
«Questo è un altro discorso. A normativa vigente, comunque, Visco non poteva fare ciò che ha fatto. Penso che sia anche giusta in prospettiva una riforma simile a quella dei Carabinieri».


Nell’alternanza dei poli al governo, infatti, qualche «ingerenza» può capitare.
«Noi del centrodestra prorogammo il comandante generale dei Carabinieri lasciando al governo Prodi l’incarico di nominarlo. Anche il Quirinale ha interferito. Noi siamo stati corretti».

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