Londra - Che intuito i bookmaker britannici. Erano soprattutto loro a dare per vincente Ed Miliband nella corsa alla leadership laburista e ancora una volta hanno visto giusto.
Il più giovane dei fratelli Miliband, infatti, ha superato il fratello di un soffio, aggiudicandosi il titolo di nuovo leader del partito laburista britannico con il 50,65 per cento delle preferenze contro il 49,35 per cento di David.
Per molti è stata una sorpresa. Se ormai si sapeva che la vittoria sarebbe finita «in famiglia», il risultato è rimasto incerto fino all’ultimo. Il nome del vincitore è stato reso noto nel pomeriggio di ieri durante il primo giorno del congresso annuale del partito che ha luogo come di consueto a Manchester. Le operazioni di voto sono durate settimane.
«Da oggi in poi ci muoveremo sempre uniti, in squadra» sono le prime parole che ha pronunciato Ed, già segretario del governo Brown per l’Energia, rendendo omaggio a tutti gli altri avversari. Ed Balls, favorito dell’ex premier, si è piazzato terzo; Andy Burnham quarto ed ultima Diane Abbott, unica donna in corsa e primo deputato di colore a sedere a Westminster.
Nessuno dei tre in realtà ha mai dato preoccupazioni di sorta ai due fratelli che hanno guidato la gara per tutti questi mesi. Secondo indiscrezioni di stampa il giovane Ed sembra aver beneficiato all’ultimo minuto del voto postale chiusosi mercoledì. David, grande favorito all’inizio per la maggiore esperienza nell’ambito dei governi di Tony Blair e di Gordon Brown, si era assicurato il sostegno della maggioranza parlamentare a Westminster che lo conosce da tempo, ma a quanto sembra ha avuto la meglio chi ha voluto voltare definitivamente pagina. Anche se dalle cifre appare evidente che il partito rimane spaccato a metà, è un fatto che l’incoronazione di Ed Miliband a nuovo leader mette per sempre la parola fine all’era del New Labour voluto da Tony Blair. Ed ha vinto con il voto dei sindacati (che avevano minacciato di tagliare i finanziamenti al partito in caso di vittoria di David) e degli attivisti del nocciolo duro, anche se un po’ di questo successo va ascritto semplicemente al sistema di voto dei collegi elettorali laburisti. Ma questo cambio della guardia ha sicuramente un significato di cambiamento profondo. A differenza del fratello David, Ed non rappresenta la continuità ma la rottura con il passato. Da sempre distante e critico nei confronti di quel partito creato da Blair e mantenuto da Brown, troppo vicino ai bonus facili e ai banchieri della City, Ed Miliband si propone un ritorno alla tradizione, alle radici e ai agli antichi valori della sinistra. Ai tempi della staffetta Blair-Brown era sempre rimasto all’ombra del fratello più grande. Costantemente un passo indietro sebbene abbia anche lui ricoperto incarichi di prestigio. Ed era sempre stato semplicemente «l’altro Miliband», quello che non condivideva più il manifesto laburista, quello che aveva definito la Guerra in Iraq «un tragico errore». Ieri, dopo aver salutato Harriet Harman, che aveva temporaneamente sostituito il dimissionario Brown, ha messo subito le cose in chiaro. «In futuro il partito laburista non dev’essere soltanto il veicolo che attrae migliaia di giovani, ma decine di migliaia, centinaia di migliaia di giovani che oggi vedono in noi la voce della politica inglese». E pur riconoscendo il merito dei suoi predecessori ha continuato dicendo: «Abbiamo perso le elezioni e pesantemente. Il mio messaggio al Paese è questo: so che abbiamo perso credibilità. So che abbiamo perso fiducia. So che abbiamo bisogno di un cambiamento.
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