Genova capitale delle coop rosse: monopolio sulle opere pubbliche

L’elenco dei lavori per la città è sterminato: dal terminal del porto vecchio alla nuova Fiera

Stefano Filippi

nostro inviato a Genova

Dicono che sia Bologna la capitale delle coop rosse. Sbagliato. È Genova. Nel capoluogo ligure, più decentrato di quello emiliano, meno esposto ai riflettori della polemica politica, le coop fanno il bello e cattivo tempo. Non soltanto nella grande distribuzione alimentare ma anche nell'edilizia, pubblica e privata. Sotto la Lanterna, non c’è grande opera pubblica negli ultimi vent’anni che non sia stata realizzata da una società della Legacoop: dal Terminal Traghetti al Porto Antico, dal Palazzo Ducale all’allargamento della Fiera.
A farla da padrona è la Coopsette di Reggio Emilia, proprietaria anche di una delle maggiori tv locali, Telecittà. Coopsette ha rilevato le ex aree Erg di San Quirico in Valpolcevera costruendo l’hotel San Biagio, che gestisce direttamente. Ha poi acquistato per 14 milioni di euro l’ex sede dell'acciaieria Ilva di Carignano, un pezzo di archeologia industriale nel cuore nobile di Genova che sarà trasformato anch’esso in un albergo di lusso con 140 camere e centro congressi: occorreva un cambio di destinazione d’uso, ma non c’è stato problema. Sempre Coopsette costruirà case, negozi e 300 posti auto coperti nell’ex rimessa dell’Azienda trasporti genovese. E riqualificherà l’ex sito industriale di via Dino Col a Sampierdarena realizzando un polo artigianale di 20mila metri quadrati.
L’elenco dei lavori affidati alle coop è sterminato. Il sottosegretario azzurro Alberto Gagliardi ha fatto l’inventario. «Si è cominciato negli anni ’70 con la vergognosa cementificazione delle nostre colline - elenca - poi la metropolitana, il quartiere della Madre di Dio, l’Acquario, la facoltà di Economia, la speculazione di Costa degli ometti a Quarto, il sottopasso di Caricamento, il parcheggio di piazza della Vittoria, il Terminal Traghetti, l’Expo colombiano, il parcheggio di Portofino. Ma gli esempi sono decine».
«Le più rilevanti opere pubbliche della città, che a differenza della Regione è sempre stata governata da giunte di sinistra, sono tutte targate coop - continua Gagliardi -. Hanno costruito il Cembalo e amplieranno gli spazi espositivi della Fiera di Genova. C’è una cooperativa emiliana di mezzo, guarda caso, pure nella vicenda degli scarichi dell’ospedale San Martino. Per parafrasare una immortale definizione di George Orwell, «tutti gli operatori commerciali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri». Le coop operano come una multiregionale in un sistema integrato che può contare sulla sintonia con il partito post-comunista in tutte le amministrazioni locali e in tutte le istituzioni».
Le esigenze delle coop hanno modellato le scelte amministrative. Negli ultimi anni Genova è stata scossa da una forte polemica sulla destinazione dell’area ex Ansaldo di Fiumara, zona di espansione naturale per il porto che invece è stata consegnata nelle mani di Coopsette. Il progetto, deciso alla fine degli Anni 90, ha mosso investimenti per circa 500 milioni di euro (parte dei quali finanziati dallo Stato e a carico del Comune) per costruire 220 appartamenti, insediamenti direzionali e commerciali, sale cinematografiche, 47mila metri quadrati di area verde, un palasport. Piccolo particolare: il progetto originale vietava esplicitamente la realizzazione di nuovi centri commerciali. Ma l’ostacolo è stato rimosso trasferendo nella zona un supermercato (coop, naturalmente) già attivo altrove.
Scalpore ha creato anche un altro caso, quello della Carrefour, colosso francese della grande distribuzione che aveva tentato di rompere il monopolio coop nelle megastrutture commerciali. La società aveva presentato la richiesta di costruire un nuovo ipermercato a Fegino, ma il comune di Genova aveva negato i permessi. Il Tar della Liguria aveva dato ragione all’ente locale, sentenza però ribaltata l’anno scorso dalla Corte dei conti. La società Gamma, che cura gli interessi di Carrefour nel Genovese e aveva presentato il progetto di Fegino, vuole chiedere i danni al comune. L’avvocato Flavio Fasano, legale della Gamma, si è limitato a dichiarare: «A malincuore riscontro un monopolio di fatto delle coop». Lui la sinistra la conosce bene: è stato sindaco di Gallipoli dal 1990 al 2000 per il Pci-Pds-Ds, è capogruppo Ds nel consiglio provinciale di Lecce. Ed è grande amico di Massimo D’Alema.
In Liguria sono aperti quattro ipermercati, tutti coop: a Bolzaneto, Carasco, Sarzana e Savona. La Carrefour morde il freno. Anche una società tedesca è stata bloccata. Un altro operatore specializzato nei grandi centri commerciali, il marchio Iper, ha invece scelto un’altra strategia: ha costruito tre megastrutture appena fuori dalla Liguria, a Serravalle Scrivia, Pozzolo Formigaro e Tortona. Tutta la regione fa il tifo perché la Coop abbia un po’ di concorrenza. Un’inchiesta del Sole 24 Ore ha infatti messo a confronto prezzi e servizi degli ipermercati italiani.

E ha scoperto che i prezzi in Liguria sono più alti di quelli delle altre regioni a causa del «non ottimale sistema distributivo». I negozietti sotto casa sono spesso più convenienti perfino delle offerte coop. Monopolisti e parsimoniosi: gli emiliani sono quasi peggio dei liguri.
(7. Continua)

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