Otto ore non sono bastate. Gli autisti Amt hanno deciso per lo sciopero a oltranza, nonostante la legge vieti espressamente astensioni dal lavoro non programmate in un settore delicatissimo come quello del trasporto pubblico. E così ieri, al termine di una lunga giornata di passione per i cittadini che non hanno potuto contare sui mezzi pubblici dell'Amt, è arrivata la doccia gelata.
Ai rappresentanti dei lavoratori non sono piaciute le parole del governatore Claudio Burlando e dell'assessore ai Trasporti Enrico Vesco. Non hanno ritenuto soddisfacenti le loro promesse e le rassicurazioni. Quindi hanno deciso di non far uscire più i mezzi dalle autorimesse, come previsto, alle 17. Decisione che ha provocato non pochi problemi ai genovesi, che contavano sugli autobus almeno per il rientro a casa. Le inutili attese alle fermate hanno scatenato le proteste, ma i sindacati hanno continuato a mantenere le loro posizioni. Solo raramente qualche bus ha ripreso a circolare, forse a causa di diversità di vedute tra gli autisti, magari preoccupati di incorrere nelle sanzioni per la violazione della legge sullo sciopero. Ma in questo senso proprio i sindacati hanno fatto sapere che se i bus restano nelle rimesse non è per una prosecuzione della protesta, non è insomma uno sciopero ad oltranza, ma solo la ferrea applicazione delle norme sulla sicurezza. In pratica verranno chieste tutte le verifiche sulle parti meccaniche dei mezzi prima di lasciarli uscire.
Alla faccia dei genovesi. Che sperano almeno in una soluzione raggiunta nottetempo. La strategia della Regione, che aveva chiuso per non confrontarsi sul caso Amt, non può certo essere considerata vincente.
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