Anche il furto d'auto diventa «poetico»Polstrada insegue e blocca i malviventi

«Di notte le autostrade non sono deserte, come recitava una vecchia canzone di Venditti, di notte le autostrade cambiano pelle e diventano lo scenario privilegiato di autisti dalle lunghe percorrenze, di gente malintenzionata, di poliziotti della Stradale che comunque e nonostante tutto sono sempre lì»: a ricordarcelo è il poetico «incipit» della Polstrada di Genova, e in particolare i responsabili dell'Ufficio Uacs Fabrizio Macciò e Irene Lombardo. I quali riferiscono con dovizia di particolari - e un pizzico di lirismo - di un furto d'auto. I fatti: alle 3 di notte, una pattuglia sul tratto A10 Genova-Savona entrava nell'area di servizio Piani d'Invrea, in direzione Ventimiglia. Gli agenti notavano subito una fiammante e costosa Audi A5S con a bordo due marocchini che stavano riprendendo il viaggio. «Qualcosa saltava all'occhio dei due centauri - sottolineano vigorosamente Macciò e Lombardo -, qualcosa di inconscio che nasce dall'esperienza di migliaia di vetture viste e controllate, che permane nella consapevolezza di essere, in quel nastro d'asfalto, l'unica forza di polizia». È un attimo: l'auto parte, la pattuglia la raggiunge e la ferma.

Targa fasulla, libretto di circolazione rubato in bianco e poi compilato, fasulla anche l'assicurazione. E soprattutto l'auto risultava rubata tre giorni prima. Ce n'era abbastanza per la denuncia di riciclaggio e ricettazione, e l'arresto.

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