Basta un chilometro per «risparmiare» 4 miliardi e tanti disagi

Residenti interessati dai cantieri, abitanti esasperati dall'idea di subire sopra la propria testa anni di lavori con betoniere che transitano ventiquattr'ore al giorno e ruspe che scavano senza sosta. Ma anche tecnici, ingegneri ed esperti del settore infrastrutturale uniti per cercare di trovare un'alternativa degna al progetto della Gronda autostradale genovese. I comitati «No Gronda» della Valpolcevera e del Ponente si stanno preparando per una vera e propria offensiva finale ancora convinti dall'idea di scongiurare la realizzazione del nuovo tracciato autostradale che, stando a quanto affermano, avrebbe un enorme impatto ambientale con pochissimi se non nulli benefici per la città di Genova.
Insomma, a nulla sembra essere servito quel dibattito pubblico voluto dall'ex sindaco Marta Vincenzi che ha avuto come effetto solo quello di mettere insieme i tanti piccoli comitati nati sul territorio da Voltri a Murta, che ancora oggi credono nella possibilità di trovare un tracciato alternativo a quello emerso dopo il dibattito pubblico alla francese e presentato dalla società Autostrade.
Ancora qualche settimana e il piano sarà messo nero su bianco e presentato pubblicamente: un progetto che consentirebbe, sempre secondo le stime dei comitati, con una spesa minima di riuscire a soddisfare le esigenze viabilistiche al pari di un'opera costosa e di sicuro impatto sull'assetto cittadino e per l'ambiente. Il tutto si svilupperebbe intorno all'area dell'attuale casello autostradale di Genova Aeroporto che dovrebbe essere allargato e rivisto nell'attuale situazione creando corsie in uscita dedicati ai mezzi pesanti. Il vero «surrogato» alla Gronda consisterebbe nel creare un braccino, cioè un allaccio di passaggio tra il casello e la strada a mare di Cornigliano, che è in fase di realizzazione nella zona delle aree ex Ilva. La via a mare sarà realizzata in sei corsie, tre per ogni senso di marcia, e arriverà a congiungersi con Lungomare Canepa per poi finire sulla strada sopraelevata. Per creare un collegamento diretto tra l'autostrada e la piccola superstrada del ponente lo svincolo sarà lungo circa 1.200 metri e l'intersezione tra le due vie sarà appena dietro la stazione ferroviaria di Cornigliano. Una soluzione praticabile se si riuscisse a riservare, almeno per parte della giornata, due delle corsie della strada a mare ai soli mezzi pesanti che potrebbero così raggiungere facilmente i varchi portuali sia a ponente, sia a levante.
Progetto realistico, semplice e fattibile per i rappresentanti dei comitati «No Gronda» e, soprattutto, sostenibile con il solo impegno finanziario del Comune di Genova: «Parliamo di una stima tra i 120 ed i 150 milioni per l'intera opera - spiega Roberto Campi, professione ingegnere e attivista del comitato «No Gronda» di Murta -. Si tratta di un costo che una città come la nostra non può non riuscire a sostenere e che porterebbe il medesimo risultato di un intervento previsto inizialmente in 3 miliardi che sono già diventati 3,8 e che cresceranno ancora. Un investimento paragonabile a quello che si dovrebbe fare per la realizzazione del ponte sullo Stretto». Ad oggi i comitati stanno lavorando anche per evitare che nell'area della Valpolcevera compresa tra Fegino e Bolzaneto, insistano contemporaneamente i cantieri di tre grandi opere: il Nodo ferroviario (già in tinere), la Gronda e il Terzo Valico.

«Parliamo di opere pensate senza ragionare sia sul fatto che in quel perimetro ci saranno altri cantieri che rischiano di insistere negli stessi punti, sia sul materiale di scarto: 150mila tonnellate di materiale amiantifero che verrà portato in Germania - insiste Campi -. Incredibile che nessuno, nello studio iniziale, abbia pensato allo stoccaggio».

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