La bella Liuba fa sussultare i playboy della penna

Le sole cose belle e piacevoli di una domenica sotto la neve, oltre alla splendida vittoria blucerchiata, sono state due: una riferita all'apparizione in tribuna stampa di una dolcissima fanciulla, di nero vestita (molto chic, da dark lady) di nome Liuba. Dolce, bella, sorridente e (ha detto lei) genoana. «Liuba - sorrideva - in russo vuol dire Amore!». Figurarsi i sussulti dei vari cosiddetti «play boy della penna» (da Marco Bisacchi a Federico Casabella, al giovin Moscatelli...). Tutti attorno a Liuba, quasi «preda» domenicale inaspettata, con la regia divertita di Stefano Zaino, «uomo delle nevi» perfetto data la sua incolta e foltissima barba e la fascinosa scapigliatura da intellettuale.
Liuba, che si accinge a diventare ottima cronista, sarà certamente la nuova attrazione accanto alle solite «divine» Paola e Federica. Finalmente donne coi... fiocchi (di neve).
Frasi. Il secondo elemento di interesse lo hanno portato i tre «re della cronaca» genovesi, riuniti tutti per la gara dei blucerchiati: Paolo Paganini, Emanuele Dotto, Tarcisio Mazzeo. Coadiuvati dall'inappuntabile e un po' stravolto Vincenzo Villa, tecnico attento e scrupoloso. Ecco alcune loro definizioni: «Fisarmonica di Casteldifardo» (Dotto nel riferirsi al gioco avanti e indietro del Chievo), «Maglia da Palio di Siena» (ancora Dotto sui colori della divisa ospite), «Ha un peso di 82 chili» (riferito a Hetemaj, il gigante), «Da del tu e no del voi» (riferito a Eder nei confronti della palla), «scuola Barcellona» (Dotto, riferito a chi non tirava mai in porta...).
Di fronte a tali esaltanti momenti di cultura calcistica, sono passati in secondo piano l'equipaggiamento da vip di St. Moritz di Antonello Amato, il cappottone bianco e baschetto blucerchiato del luminare professor Angelo Carella, il cappottino da passeggio di Ranieri (lui soffre solo il caldo delle polemiche...

), la elegante stampella del Conte Clavarino (domenica scorsa erano due) necessaria dopo un incidente sul bob di Cortina (ma è davvero così?), il copricapo di cachemire portafortuna di Marco Semino, «tre partite tre vittorie».
Che altro volete da una domenica di neve? Basta così, no...

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