Domani mattina a palazzo Ducale a Genova ci saranno l'amministratore delegato di Finmeccanica Alessandro Pansa, il presidente di Costa Edutainment Giuseppe Costa, l'amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, il patron di Asg Vittorio Malacalza, l'ideatore di Eataly Oscar Farinetti, il patron di Msc Gianluigi Aponte, l'amministratore delegato della società Autostrade Giovanni Castellucci. Saranno a confrontarsi sulle proposte da sottoporre al prossimo governo, così come chiesto dal presidente della Regione Liguria Claudio Burlando. Ci saranno tutti loro al convegno «Crescere felici», e non solo. Perché ieri ha fatto sapere di voler partecipare anche l'Arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana Angelo Bagnasco. Non si troveranno nella stessa assise, invece, parlamentari e dirigenti del Movimento Cinque Stelle che, ieri, hanno declinato l'invito preferendo partecipare alla visita dei cantieri per il Treno ad Alta velocità in Val di Susa.
A scrivere al presidente Burlando annunciando di preferire l'impegno oltre i confini della Liguria sono stati i neoparlamentari grillini Matteo Mantero, Sergio Battelli e Simone Valente: «Oltre alla visita al cantiere parteciperemo anche alla manifestazione organizzata dal movimento No Tav, proprio perché riteniamo questo l'emblema della cattiva gestione delle risorse nel nostro paese - spiegano lanciando poi una frecciata all'indirizzo del governatore ligure -. Si ricorda cosa disse Lei commentando in proposito? Che se un'opera era osteggiata dalla popolazione non si doveva fare. Perché non dovrebbe valere lo stesso per molti cantieri della Liguria, altrettanto invisi?». La «lotta» a Gronda e Terzo Valico è chiara così come l'idea che da opere infrastrutturali di quel calibro non ci sia possibilità alcuna di recuperare risorse per il territorio: «Noi vediamo gli investimenti che Burlando auspica con terrore - hanno scritto i parlamentari Cinque Stelle -. Non è più accettabile agire come fatto fino ad oggi, dando di fatto certa bianca ad aziende ed industriali con la scusa del ricatto occupazionale, pochi posti di lavoro (a fronte di molti altri persi, barattati con la salute e lo stupro delle nostre risorse».
Questo il grillino-pensiero: si sposa la protesta di centri sociali e anarchici per bloccare la Tav, preferendo un appuntamento di protesta ad uno dove si cercano di costruire proposte per il futuro dell'Italia passando dalla Liguria. Per i Cinque Stelle meglio la protesta.
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