Infinity, soluzione alla crisi di Genova

Infinity, soluzione alla crisi di Genova

Chiamatela pure l'altra faccia della crisi. Perché anche in tempi di vacche magre, di società che rischiano la chiusura, di realtà che spariscono lasciando dipendenti a casa c'è chi sul mercato non solo ci sa stare, ma in anni difficili ha saputo crescere in fatturato e in posti di lavoro. Risorse umane che nel giro di quasi cinque anni sono più che raddoppiate. Sede di un piccolo «miracolo economico» genovese è la Infinity Technology Solutions, società con sede in via Dino Col a Sampierdarena che lavora nel campo dell'automazione industriale e consulenza in ambito informatico. Nata nel 2008 dalla fusione di due aziende come la Spike srl e la Sviluppi industriali, Infinity è partita con 75 dipendenti ed oggi ne conta 120 tra ingegneri, informatici e periti. A guidare il gruppo sono Marco Molinari, attuale amministratore delegato, e Giorgio Andreacci, presidente della società. Sono loro ad aver avviato il cantiere Infinity, oggi solida realtà dell'economia genovese, fondendo le due piccole società che insieme contavano una cinquantina di addetti, arrivando così ad unire due differenti ambiti di azione.
Una realtà che ancora una volta si consolida nel campo dell'hi-tech e guarda con grande interesse al progetto Erzelli sia per proprio conto, sia per lo sviluppo di una città particolare come Genova. «Noi crediamo nell'operazione Erzelli, siamo convinti che se si butta via questa opportunità, si butta via la possibilità di dare un futuro al capoluogo ligure - spiega Marco Molinari -. L'Information Technology occupa ormai un numero di persone secondo solo a quelle che lavorano intorno alle attività del porto. È lì che passa il futuro, un eventuale fallimento del villaggio dell'hi-tech renderebbe dura la vita anche ad attività come la nostra. E noi stessi siamo intenzionati a farne parte trasferendo la nostra sede, oppure aprendo un ufficio di rappresentanza».
Infinity lavora con grandi clienti come Siemens, Elsag, Abb, Ansaldo e ancora la Cassa Edile di Milano e della Toscana: a loro fornisce direttamente consulenza e soluzioni personalizzate ma la nuova pelle sulla quale cerca di svilupparsi la società di Sampierdarena è quella di partner di riferimento per ambiti di settore sui quali i clienti vogliono svilupparsi: «Non più semplice consulenza qualificata, ma la fornitura di pacchetti “chiavi in mano” - racconta Molinari -. Al cliente non concedo più le teste, ma costruisco il sistema a casa mia e lo fornisco pronto all'uso garantendo continuita' di assistenza durante l'esercizio. In quest'ottica stiamo lavorando direttamente con grandi gruppi del settore alimentare e della grande distribuzione». Ma l'azienda hi-tech guarda con interesse anche sul mercato estero sfruttando proprio la pubblicità che indirettamente gli viene fornita dai grandi clienti. Per cui lavora riuscendo ad acquisire ogni volta competenze specifiche che l'hanno portata, di recente, ad aggiudicarsi un importante appalto con attività a Singapore all'interno della realizzazione della più grande nave posatubi del mondo costruita da Saipem.
«La nostra è stata una crescita se vogliamo anche inattesa - prosegue l'amministratore delegato - nata sul tam tam e sulle conoscenze personali». Una società in crescita ed ambita in tutta Italia con obiettivi internazionali. C'è il rischio che Genova possa perderla? «Assolutamente no, siamo affezionati alla città e la fisicità nel nostro ambiente non conta molto. È vero che stimiamo su pochi clienti genovesi ma ci sono dinamiche e realtà particolari da queste parti che ci convincono a rimanere ancorati al capoluogo ligure». Non è finita, perché Infinity sta provando ad aprirsi anche al settore Ricerca e sviluppo ed è al momento impegnata su tre progetti finanziati con fondi regionali e fondo europei.


Una sberla in faccia alla crisi e al pessimismo che si respira in una città come Genova, quella di Infinity che, nonostante le previsioni per il 2013 non promettano nulla di positivo sul fronte economia, non pensa solo a consolidare il proprio fatturato (cresciuto di due milioni dal 2008 al 2012, passando da sei a otto) ma va oltre: «Vogliamo crescere e quindi continueremo a ragionare su nuove assunzioni, questo è sicuro».

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