Ieri nel giorno del compleanno numero 54 per l'ex sindaco di Bordighera Giovanni Bosio, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dall'ex primo cittadino contro lo scioglimento del consiglio comunale di Bordighera, avvenuto nel marzo 2011, per sospette infiltrazioni mafiose. Nello scorso aprile Bosio insieme alla sua amministrazione aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato, dove si rimarcava l'azione amministrativa trasparente e regolare, assolutamente non condizionata da qualsiasi infiltrazione mafiosa. A rafforzare la tesi dell'Amministrazione Bosio c'era anche la relazione dell'allora Prefetto Di Menna, che escludeva qualsiasi ipotesi di condizionamento. «Una bella notizia - ha dichiarato un emozionato Bosio - mi hanno dato i miei legali questa mattina e aspetto di leggere la sentenza. Ho lottato fino in fondo per ottenere questo risultato ed oggi è stata data giustizia a me e all'intera città di Bordighera che è stata maltrattata in una maniera assurda». E ha aggiunto: «Sono molto contento del lavoro svolto dai miei legali Bormioli e Genna, ora assaporo questa vittoria con la mia famiglia».
Ora si attende solo la pubblicazione della sentenza per leggere le motivazioni della decisione del massimo organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell'amministrazione pubblica. Una sentenza che riabilita Bordighera e lo stesso Bosio anche se il sindaco della città delle palme risulta ancora indagato per ipotesi di voto di scambio (oltre ai sindaci di Ventimiglia, Vallecrosia e il city manager del comune frontaliero) nell'ambito dell'operazione contro la criminalità organizzata «La Svolta» effettuata a dicembre dai carabinieri del Comando Provinciale di Imperia, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova. Non si sono fatti attendere i commenti riguardo questa rivoluzionaria notizia. Donatella Albano, ex consigliere comunale del Pd sotto la passata amministrazione che contrastò in prima linea il rischio di infiltrazioni mafiose a Bordighera, ha dichiarato: «La decisione del Consiglio di Stato chiude definitivamente un periodo della recente storia della nostra città.
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