La fine del ritiro di Bormio del Genoa ha di fatto sancito anche la fine del rapporto tra Enrico Preziosi e Pietro Lo Monaco. Due mesi di convivenza non sono riusciti a colmare le differenze tra il patron rossoblù e l'uomo al quale Preziosi aveva deciso di affidare le chiavi della società. Il «divorzio» definitivo si sarebbe consumato già nella serata di venerdì dopo che l'ennesimo caso di mercato, la cessione in prestito di Perin al Pescara, avrebbe portato a frizioni definite «insanabili». Anche l'accantonamento di alcuni dirigenti e tecnici da sempre nella società non era stato gradito dal patron. Nessun commento ufficiale dalla società rossoblù, ma il rinvio del consiglio di amministrazione previsto per il 23 luglio che aveva all'ordine del giorno la nomina di Lo Monaco aveva fatto intuire che quei rapporti «burrascosi» tali erano rimasti. Negli ultimi giorni del ritiro a Bormio c'era stato anche un forte faccia a faccia tra presidente e dirigente. Poi il «crollo» legato alle strategie di mercato. Tra due giorni è in programma l'assemblea dei soci che, sino a qualche giorno fa, aveva all'ordine del giorno la ratifica della nomina di Lo Monaco. Ma ormai appare una formalità inutile.
Sul fronte Samp invece c'è da registrare la stretta dei magistrati genovesi sui giocatori blucerchiati che avrebbero tentato di «comprare» il derby, almeno secondo la fantasiosa ricostruzione della colletta tra tutta la squadra. Domani il pubblico ministero Biagio Mazzeo consegnerà alla Digos le deleghe per andare a interrogare l'ex difensore blucerchiato Luciano Zauri. Sarebbe comunque l'ultimo passo verso la chiusura dell'inchiesta. Non sarebbero infatti previste ulteriori interrogatori o audizioni, con ciò escludendo quindi i tesserati del Genoa dal giro di interrogatori.
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