Lo scandalo dei rimborsi per le spese «personali» di alcuni consiglieri regionali, è certo vicenda che allontana ancor di più dalla politica, che accresce il senso di una totale mancanza di fiducia in una buona gestione della cosa - e soprattutto - del denaro pubblico da parte degli amministratori. Eppure, proprio in questo contesto, c'è una parte della politica che mostra una fiducia cieca verso il governatore Burlando e si rimette ad ogni sua decisione, acriticamente e in modo aprioristico. «Mi dichiaro del tutto d'accordo con quanto potrebbe decidere il presidente Burlando - scrive in una nota il segretario del circolo Pd di Recco, Luciano Port, evocando scenari drastici di possibili dimissioni del governatore che pure non sono state mai nemmeno ipotizzate e di una chiusura anticipata della legislatura -. Tutti quanti siamo nauseati da quanto ogni giorno esce». E quindi per il futuro è bene che finisca la storia delle candidature paracadutate «stile Maruska che con Genova e la Liguria che ci azzeccano?» incalza Port per poi concludere il suo auto da fè verso Burlando dicendo: «Forza Claudio siamo ancora in tempo a restituire un poco di credibilità alla buona politica». La storia delle mutandine comprate a spese dei contribuenti, del cibo per gatti, dei conti della lavanderia, delle casse di vino, dei viaggi e delle cravatte ha turbato anche il mondo delle associazioni, come quella «Movimento per i diritti» di Rita Erba che ha iniziato a raccogliere le firme contro lo scandalo regionale, costituendosi parte civile e mettendo in risalto il paradosso della posizione del governatore, adesso inflessibile eppure inconsapevole fino a poco fa, di quanto accadeva nel suo ente. Una scelta consapevole invece l'ha fatta il vicepresidente del consiglio regionale, Luigi Morgillo del Pdl ammettendo di aver inserito lui tra i rimborsi i 310 euro pagati il 6 giugno 2010 al «Grand Hotel Nuove Terme» di Acqui. Si trattava di una missione per il gruppo consigliare. In quell'occasione Morgillo era con moglie e figlia. «Su entrambe le ricevute era riportata la dicitura camera e colazione 1 gg. persone 1. È stata questa dicitura, a farmi commettere l'errore. Nel redigere il rendiconto della missione ho conteggiato erroneamente quella da 310 euro relativa al pernottamento di due persone. In realtà il costo da farmi rimborsare sarebbe stato 155 euro».
Se verranno accertate inadempienze da parte sua, Morgillo è pronto a rassegnare le dimissioni da vicepresidente del consiglio. Ma esclude degnamente responsabilità di terzi: «Mi prendo le colpe penali e politiche. Non le do alle segretarie».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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