(...) E proprio per questo abbiamo reso, rendiamo e continueremo a rendere a Marta tutti i meriti delle cose che sta facendo. Fra parentesi, in due mesi, ha fatto più dei suoi predecessori in cinque anni. Con alcuni punti di eccellenza.
Primo: la rinnovata attenzione per la sicurezza, assolutamente assente prima del suo arrivo. La Vincenzi e il suo assessore Scidone si rendono conto che forse chiudere un occhio o anche tutti e due di fronte allillegalità, soprattutto extracomunitaria, è una cosa stupida più che un cosa di sinistra. Anzi, rischia di creare una continua guerra fra poveri, in cui i più indifesi e i più deboli sono le prime vittime.
Secondo: la coraggiosa posizione sullIslam e il suo stop alla moschea sempre e comunque, che le è costata gli attacchi, fra gli altri, di don Gallo e del leader regionale dei comunisti italiani Enrico Vesco. Praticamente, due medaglie ad honorem. Soprattutto, Marta ha saputo rompere il muro del politicamente corretto sempre e comunque, ha saputo farsi espressione di quelle che sono le preoccupazioni di chi vede cosa accade in alcune moschee e, soprattutto, ha saputo capire che la costruzione della moschea va un po al di là di un permesso burocratico della commissione edilizia, come se si parlasse di un box o di un soppalco.
Terzo: limmediata adesione alla richiesta del Giornale di dedicare una via a Enzo Tortora. Un buon sindaco si vede anche da questo, dalla capacità di saper ascoltare le voci di tutti, persino di chi è il tuo più severo censore. E anche dalla capacità di leggere i giornali, soprattutto questo, e di farne propri i suggerimenti. Capacità che spesso manca al centrodestra genovese. A cui, dal canto nostro, non ci stancheremo mai di continuare a dare quelli che riteniamo essere buoni consigli.
Consigli non richiesti, certo.
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