Il sindaco salverà il chiostro amato dai suoi avi

Il sindaco Marco Doria e la giunta ieri hanno annunciato di volersi impegnare formalmente «ad attivarsi per la messa in sicurezza e a valutare l'eventuale restauro» per recuperare lo storico Chiostro di San Bartolomeo della Certosa. La mozione per sollecitare il centrosinistra a intervenire per salvare uno dei tesori del ponente, è stata presentata dal consigliere di Diritti e Libertà Francesco De Benedictis, dopo la battaglia avviata alcuni giorni fa anche sulle colonne del Giornale. È stata votata all'unanimità, con l'astensione di 4 consiglieri del M5S. I patrocinatori del Chiostro più antico della chiesa di Certosa furono anche gli antenati del sindaco, insieme agli Spinola e i Di Negro. «I ponteggi e le recinzioni intorno a uno dei tesori genovesi - spiega De Benedictis - danno soltanto l'impressione di lavori in corso, ma in realtà hanno funzioni di stampelle per evitare crolli annunciati. Inoltre, il Pozzo Centrale della struttura è diventato una sorta di lavagna per i writers, che offendono la dignità del pezzo storico». «Accogliamo l'istanza - spiega l'assessore Gianni Crivello - perché il Chiostro è di pregio e ha un grande valore storico.

Si può intervenire sulla messa in sicurezza e a tal fine c'è uno stanziamento di 500mila euro nel piano triennale di investimenti. Purtroppo, per il restauro complessivo ci vogliono parecchi milioni di euro e il Comune non li ha. Noi vorremmo restaurare e recuperare, ma in questo momento Tursi può soltanto mettere in sicurezza».

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