Le sentenze si rispettano solo quando fanno comodo. Gli intellettualoidi, i radical chic, gli stessi magistrati non si fanno problemi a criticare persino la Cassazione quando non soddisfa fino all'ultimo i loro desiderata. E sul G8 c'è chi si è davvero scatenato. «Credevamo che la sentenza di terzo grado, in merito alle vicende della scuola Diaz per il G8 del 2001, potesse alleviare le polemiche, ma a qualcuno sicuramente piace fomentare ancora odio e violenza, nonostante questa persona dovrebbe cercare di portare pace e predicare la non violenza, ma per l'ennesima volta non ci meravigliamo - tuona Matteo Bianchi, segretario provinciale del sindacato di polizia Coisp -. Come al solito il buon Don Gallo ha fatto capire che non sta dalla parte della giustizia, ma prende le parti a seconda dei colori politici». Il riferimento è senz'altro all'appello del prete da prima pagina perché si riapra il processo sulla morte di Carlo Giuliani dopo che persino la Corte europea di Strasburgo ha dimostrato la legittima difesa del carabiniere che quel giorno sparò in piazza Alimonda. Ancor più gravi sono le parole di don Gallo sui «collaboratori di De Gennaro nel 2001» che secondo il prete «andrebbero fucilati alle spalle». Per questo il Coisp chiede «per l'ennesima volta che la Curia di Genova prenda una posizione ed allontani questa persona provocatrice e sconsiderata. Se la Curia non prenderà delle posizioni ufficiali, siamo pronti ad attuare forme di protesta civili e democratiche anche fin sotto la Curia».
E le dichiarazioni di don Gallo hanno scatenato nuove reazioni in città. Un genovese, Nello Caccavale, ha anche fondato un gruppo su facebook chiamato «Don Gallo... togliti l'abito». La richiesta che arriva dalla rete è quella della sospensione a divinis del sacerdote che continua imperterrito a predicare in favore dei violenti, visto che si ostina a difendere chi devastò Genova durante il G8.
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