Cronache

Sul trenino di Casella si diventa tutti attori protagonisti

Sul trenino di Casella si diventa tutti attori protagonisti

Metti una sera col sole al tramonto, una vecchia stazione ferroviaria con un treno del 1929 ancora funzionante, un paesaggio mozzafiato come solo le nostre alture genovesi sanno offrire e sei già a metà strada per considerare uno spettacolo teatrale che sceglie questo scenario una realizzazione ben riuscita. Se a tutto ciò si aggiunge una sceneggiatura coinvolgente e una straordinaria bravura delle attrici, beh, il risultato finale non più essere che ottimo. Del resto il giudizio di Donne in guerra per la regia di Laura Sicignano, lo hanno già dato una menzione per il Premio Ubu e tre anni di seguito di rappresentazioni estive (questo è il quarto), in cui il pubblico fa letteralmente la fila per accedere a quel trenino che porta fuori città in un mondo passato i cui accaduti fanno ancora male al cuore. La Sicignano e Alessandra Vannucci il loro testo lo hanno costruito dai racconti delle loro nonne e delle amiche delle loro nonne, donne che hanno veramente vissuto quel periodo che non dimentica gli orrori di una guerra che non vuole confrontare vincitori e vinti ma urlare «basta!» a chi viene dopo. E così sul marciapiede della ferrovia di Casella ecco avvicinarsi tra il pubblico in attesa sei figure di altri tempi, con i loro abiti, pettinature e trucco d'epoca, con in mano il loro bagaglio in cui tengono dentro quel po'di oggetti personali da salvare e da tenere come tesori nascosti, per iniziare un viaggio che forse le porterà lontano dalle brutture della guerra. Si accomodano tra il pubblico e raccontano di loro. Alcune si conoscono, altre no, ma tutte hanno un dramma che non posso più tenersi dentro e i viaggiatori del treno diventano i compagni e confidenti delle loro storie. Al suono dell'allarme si scende tutti e ci si inoltra nel bosco, qui le parole delle attrici svelano ulteriormente le tragedie di ognuna di loro. Il pubblico è letteralmente catapultato dentro l'azione come in un film d'epoca, e men-tre il sole tramonta definitivamente, offrendo un panorama struggente con le luci della città lontane, ti senti parte di una storia che pur non essendo la tua personale ti coinvolge fino al mal di stomaco e ti dà un nodo alla gola. Quando tutto finisce e il treno riparte per riportare tutti a casa, ci si sente il cuore piccolo dentro ad un dolore grande che è diventato il tuo.

A rasserenare un sacchetto di canestrelli donati dalle attrici uscite dai loro ruoli come a dire che la dolcezza c’è e ci deve essere sempre per continuare a credere nella bellezza della vita.

Commenti