Dice il peccato ma non il peccatore. Anzi vuole proprio dare una «lezione» al peccatore con i fatti. Renzo Di Prima, leghista storico, attivista sempre pronto a battersi in prima persona, candidato presidente del Municipio Medio Levante per il Carroccio, molla tutto. Ieri, un po' a sorpresa, nel corso della seduta del consiglio municipale, si è dimesso. Dimissioni irrevocabili, immediate, soprattutto vere. Non da qualche carica nominale facilmente scambiabile. Ma da consigliere municipale, cioè da quella poltrona conquistata con i voti, con le preferenze, con tanti anni di battaglia sul territorio.
Un gesto che sorprende, specie perché così poco usuale. Di prima in realtà prova a schermirsi: «Si è dimesso un Papa, si è dimesso in aula un ministro, state a vedere che non si può dimettere Renzo Di Prima - la butta sulla battuta, ma neppure troppo -. Ma come Di Prima può dimettersi anche qualcun altro, che magari ha molte più cose da fare». Eccola, la prima stoccata al veleno. Il consigliere, anzi, l'ormai ex consigliere, vuole spiegare il motivo alla base del suo gesto. E anche il suo obiettivo è abbastanza chiaro. «Sono rimasto molto deluso dagli ultimi avvenimenti anche in seno alla Lega. In particolare la storia delle dimissioni del capogruppo in Regione - entra nel vivo del problema -. Non so cosa ci sia alla base di tutto questo. Mi fa male tutto il contesto».
La domanda è d'obbligo? Ma ce l'ha con Rixi? «Non dirò mai di avercela con qualcuno, è il sistema che non mi piace - ribatte Di Prima -. La Lega aveva detto che sarebbe cambiato lo statuto, che certe cose non sarebbero più accadute. Invece in un modo o nell'altro nulla è cambiato. Mi riferisco ad esempio al fatto che non sarebbe stato più ammissibile l'assunzione di una doppia carica, che nel caso l'eletto si sarebbe divuto dimettere da uno dei due consigli. Lo si è deciso, poi però è stato specificato che la regola non sarebbe stata valida per chi era già in carica. E così in Liguria si è andati avanti nel solito modo».
Di Prima non vorrà dirlo, ma il riferimento a Edoardo Rixi stavolta è chiaro. «Ripeto che non mi interessa. Avrei potuto dimettermi da qualche ruolo, oppure cambiare gruppo, entrare nel misto. Ma questo vuole essere il mio messaggio: sono stato eletto con i voti della Lega ed è giusto che quel seggio resti alla Lega. Lo so che non lo fa nessuno - aggiunge l'ex consigliere -. Soprattutto mi va di lasciare spazio a uno più giovane di me, Emanuele Mangione. Mi sento nel giusto a fare così, speriamo che serva da lezione». Parole che lasciano altre gocce di veleno. E che non escludono anche la fine dei rapporti con la Lega Nord.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.