Genovese scarcerata preferisce restare in cella per solidarietà

Il giudice le concede la scarcerazione, ma lei rifiuta per solidarietà nei confronti di una «compagna» anarchica arrestata insieme a lei. L’insolita decisione è stata presa da Nora Gattiglia, la genovese di 24 anni arrestata a Verona insieme ad altri due persone ritenute di area anarco-insurrezionalista per le due bombe carta fatte esplodere nella notte tra il 19 e il 20 ottobre davanti alla caserma dei vigili urbani di Parma dove alcune settimane prima era stato portato Emmanuel Bonsu, lo studente ghanese che poi denunciò abusi e insulti a sfondo razziale da parte di alcuni agenti.


Il tribunale del Riesame di Bologna, competente per tutto il distretto, ha deciso di scarcerare la ragazza su istanza del suo difensore concedendole la misura degli arresti domiciliari, ma con grande sorpresa l’indagata ha rifiutato preferendo rimanere in cella come atto di vicinanza nei confronti di Maddalena Calore, 21 anni, padovana di Abano Terme ma da almeno cinque anni residente a Bologna dove è finita indagata in altre inchieste giudiziarie per associazione sovversiva, istigazione a delinquere, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Alla Calore è stata respinta la richiesta di scarcerazione.

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