da Roma
Colpita al cuore del sistema Nord, provocata sull’infrastruttura simbolo della Lombardia, l’aeroporto di Malpensa, la Lega «passa dalle firme ai fatti», per dirla con le parole di Roberto Calderoli. E scende in piazza. Lo ha deciso Umberto Bossi e il partito si sta preparando «con tutte le truppe».
I segnali di una crescente protesta leghista erano chiari già nei giorni scorsi, quando la bilancia delle preferenze del governo sembrava pendere con decisione per Air France, ma la scelta del consiglio dei ministri di venerdì di consegnare ai francesi, in via esclusiva, la trattativa per la vendita di Alitalia, ha messo in subbuglio il quartier generale del partito.
In queste ore si sono svolte telefonate e incontri dei vertici con Bossi, scambi di informazioni con le istituzioni lombarde, finche è stato proprio Bossi, ieri, a chiarire via agenzia: «La gente è incazzata, da questa parti è molto incazzata, perché ha pagato per mantenere in piedi Alitalia e come ricompensa ci portano via Malpensa».
Poi l’annuncio: «Scenderemo in piazza, a Malpensa. Faremo una manifestazione, nella prima data utile di gennaio, il 12 o il 19, la macchina operativa è già messa in moto». Con società civile, amministratori locali, cittadini: la Lega «si farà sentire, eccome», conferma Calderoli al Giornale. Perché, come spiega Bossi, «il governo italiano non può pretendere che il nord, dopo che è servito per tenere in piedi Alitalia, adesso se ne stia buono e zitto. Questo è un governo di fannulloni, e il presidente della Repubblica non interviene». Air France, sono sicuri nel Carroccio, spegnerà il grande hub di Malpensa e porterà il baricentro del traffico della compagnia su Parigi.
Dalla Lega non c’è una voce fuori linea: la difesa dell’aeroporto, dei suoi posti di lavoro, dell’indotto economico, e quindi del nord, sarà «la madre di tutte le battaglie», come aveva già dichiarato il leader. E torna l’euforia delle vecchie adunanze, tornano le parole di un’identità, come «separatismo», le convocazioni di massa, l’organizzazione di partito che ora si radica anche in Internet, con un sito («salviamomalpensapadania.net) creato per l’occasione.
«Bloccheremo l’aeroporto? Non uno, qualche aeroporto!», esclama Calderoli: «Ho visto con interesse la manifestazione degli autotrasportatori - riflette - sono stati ascoltati. Prenderemo spunto..Sarà una sorpresa. Anche Berlusconi a suo tempo aveva trattato con i francesi, ma chiedeva contropartite. Qui mi sembra che la contropartita chiesta da Prodi ad Air France sia zero».
La sfida è enorme («una violenza dello Stato romano», l’ha definita Bossi) e forte sarà la reazione: «Pirotecnica, vedrete», incuriosisce Calderoli.
E se da Roma non dovessero ascoltare «temo che le istanze separatiste, così presenti anche nel resto d’Europa - provoca il vicepresidente leghista del Senato - non potranno più essere fermate». Separatismo dei cieli, prima di tutto: «La scelta da fare è se portare avanti la protesta per convincerli a prendere decisioni diverse per il nord, oppure fare da soli su Malpensa e per una propria compagnia aerea padana». «Stiamo scaldando i motori - assicura anche il senatore Massimo Polledri - quando ci muoviamo, noi ci muoviamo bene. Ricordo le quote latte...».
Dal 2 gennaio la Lega monterà i primi gazebo a Malpensa, ma i dirigenti locali stanno già avviando intensi contatti con «commercianti, sindacati, imprenditori, non aspettano altro - informa il segretario provinciale di Milano, Matteo Salvini - noi metteremo soltanto l'organizzazione, ma il resto lo faranno loro». Lo farà la gente, la rabbia «contro la sopraffazione de governo», come la definisce al Giornale il segretario regionale, Giancarlo Giorgetti, che ieri ha incontrato Bossi per prendere le prime direttive: «Stiamo organizzando una serie di manifestazioni in varia forma - ribadisce - . La lega sta affilando le armi in piazza e in parlamento.
Calderoli aggiunge però: «Air France in realtà se ne fotte sia di Malpensa che di Fiumicino. La vendita di Alitalia ad Air France sarà la vittoria di Pirro di Veltroni»
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