Sintitola Fumetti in Senato. Autori ed eroi del fumetto comico italiano l'esposizione con cui la Fondazione Franco Fossati partecipa alle celebrazioni per i cento anni della nascita del fumetto in Italia.
Cuore della mostra, al Palazzo del Senato in via Senato, fino al 28 maggio (per informazioni, 02/75261301), sarà l'omaggio a dieci protagonisti del fumetto nostrano, vale a dire Luciano Bottaro, Tiberio Colantuoni, Nicola Del Principe, Sandro Dossi, Egidio Gherlizza, Umberto Manfrin, Alberico Motta, Giorgio Rebuffi, Pierluigi Sangalli, Antonio Terenghi.
Di loro saranno oltre trecento tra tavole originali, riproduzioni e pubblicazioni, lavori tratti dalle migliaia di pagine a fumetti da loro prodotte nella seconda metà del Novecento per le maggiori case editrici del settore.
Sigle, come Alpe o Bianconi, in molti casi scomparse ma che tra gli anni Cinquanta e Settanta presidiavano le edicole italiane e straniere con riviste da centomila copie a numero, ma che hanno fatto in tempo a ospitare nei loro albi sia personaggi nati negli Stati Uniti (Braccio di Ferro, Tom & Jerry, Felix il gatto) sia italiani (il buon diavolo Geppo, Trottolino, Bongo, Pinocchio, Tarzanetto, la vecchietta tutta pepe Nonna Abelarda), magari di provenienza televisiva, come Topo Gigio e Provolino.
Figure tutte all'insegna dell'umorismo: questa infatti la chiave scelta dalla Fondazione Fossati, il fumetto popolare come gioco spiritoso e ridanciano, e alle volte demenziale, anche se all'epoca il termine non era ancora in voga (per esempio Geppo, ideato da Giulio Chierchini e poi preso in mano da Pierluigi Sangalli, era un diavolo fantozziano che non voleva far soffrire i dannati e alle volte li riportava sulla Terra per farli svagare, facendo arrabbiare il principale, Satana...), ma anche con risvolti educativi.
Quella di uno degli autori in mostra, Luciano Bottaro, matita italiana della Disney ma non solo (SuperPippo e la Strega Nocciola gli devono moltissimo), è stato infatti uno che aveva «una narrativa all'incontrario. Una creazione fitta di riferimenti, di riflessioni, di sottolineature, di riletture, che gli consentono di inventarsi una scrittura personale e uno stile caratterizzato da un sottile humour».
La mostra cercherà quindi di riproporre il fascino di quelle pubblicazioni magari a basso costo, che si chiamavano Soldino, Geppo, Picchiarello, Trottolino, Pepito, Tiramolla, ma ad alto tasso creativo, grazie alla ricchezza d'immagine dei personaggi e delle storie, l'abilità degli autori, la varietà di stili e disegni. Alcuni dei personaggi principali poi saranno riprodotti a grandezza naturale a colori.
E oggi? Un'intervista alla rivista Ink del gennaio 1997 Umberto Manfrin, creatore di Tiramolla, scomparso tre anni fa, riassumeva così la situazione: «Ci sono sempre meno soldi e di conseguenza diminuisce anche il pubblico. Si preferisce economizzare comprando un bel cartone animato davanti a cui i bambini rimangono a rimbambire per ore e ore, inoltre la proposta editoriale odierna è tremendamente noiosa e lontana dalle necessità dei bambini. I lettori vorrebbero sghignazzare, ma non gli si offre nulla di valido.
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