Germania, no alla riedizione di giornali nazisti: c'è rischio di anti semitismo

Le autorità tedesche temono un ritorno di anti-semitismo e dicono «no» alla ripubblicazione da parte della rivista storica tedesca Zeitungszeugen di copie di giornali nazisti, apparsi negli anni Trenta e Quaranta

Germania, no alla riedizione di giornali nazisti: c'è rischio di anti semitismo

Le autorità tedesche temono un ritorno di anti-semitismo e dicono «no» alla ripubblicazione da parte della rivista storica tedesca Zeitungszeugen di copie di giornali nazisti, apparsi negli anni Trenta e Quaranta. La vicenda potrebbe finire in tribunale: il ministero delle Finanze della Baviera, che detiene i diritti sui giornali nazisti, ha ordinato all’editore della rivista di ritirare la prima edizione dell’iniziativa dalle edicole e di interrompere la pubblicazione di questi giornali. Oggi, tuttavia, il secondo numero della testata, pubblicato da una piccola casa editrice britannica, è in vendita nei chioschi, con un fac-simile delle copie di tre giornali, tra cui il quotidiano nazista Voelkischer Beobachter datato primo marzo 1933.

Il ministero bavarese, in un comunicato, ha affermato che è suo dovere «vietare la riedizione della propaganda nazista». «Questa presa di posizione risponde inoltre al dovere di rispetto nei confronti delle vittime dell’Olocausto, perchè questa riedizione costituisce sempre un affronto alle vittime che si ritrovano a fare i conti con nuove sofferenze», secondo il ministero. La caporedattrice della rivista, Sandra Paweronschitz, ha spiegato da parte sua che una simile decisione costituisce un insulto alla libertà di stampa. «Affermare che rischiamo di diffondere la propaganda nazista con questa ripubblicazione è falso e rappresenta un punto di vista limitato», ha scritto in un comunicato. La rivista contiene anche articoli scritti da storici riconosciuti che contestualizzano l’epoca, ha sottolineato.

Secondo la presidente del Consiglio degli ebrei tedeschi, Charlotte Knobloch, l’approccio pedagogico del giornale è legittimo, ma «l’opinione pubblica potrebbe non apprezzarlo nel senso voluto».

La vicenda ricorda il dibattito scoppiato l’anno scorso sull’opportunità di ripubblicare il «Mein Kampf» di Hitler, vietato in Germania dalla fine della guerra e i cui diritti sono stati confiscati dagli alleati al ministero bavarese delle Finanze. Allora il Consiglio degli ebrei tedeschi si è dichiarato favorevole alla ripubblicazione, a condizione che l’opera sia accompagnata da commenti adeguati.

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