Gesù cancellato dai canti di Natale «Potrebbe offendere i musulmani»

Manila Alfano

Il principio che sta vincendo è uno solo: non offendere. Gesù bambino nei presepi? Meglio toglierlo. La parola Gesù nelle canzoncine di Natale? Sostituirla con la parola «virtù». Non è proprio la stessa cosa ma meglio non correre rischi. E nella recita di fine anno la natività si può sostituire con la storia di Cappuccetto Rosso.
Il Natale ormai rischia di diventare davvero una festa sui generis. A partire dalle scuole. L’ultima novità arriva da Bolzano. Le maestre della scuola materna «Casa del Bosco» hanno deciso di togliere dalla programmazione della tradizionale festa di Natale una canzone perché contiene un verso su Gesù. Perché? Per non offendere i musulmani e non creare differenze tra i bambini cattolici e quelli di altre religioni. I genitori protestano e dicono «no». Non vogliono rinunciare a niente e chiedono semplicemente che tutto resti così com’era prima che il politicamente corretto sconfinasse e imperasse sulla festa più amata dell’anno. Eccessi di zelo nel rispettare il principio laico della scuola pubblica mal sopportati anche dai politici.
L’unione per il Sudtirolo, partito di lingua tedesca di destra che fa capo alla pasionaria Eva Klotz, sostiene che «la tolleranza nei confronti di altre culture non significa che noi dobbiamo rinunciare alla nostra cultura e ai nostri costumi». Il senatore di An Alfredo Mantovano ha annunciato un’interrogazione al ministro della Pubblica Istruzione «perchè il governo chiarisca se comportamenti come quelli tenuti nella scuola materna di Bolzano, oltre a essere patetici, siano conformi alle leggi dello Stato». Secondo Alessandra Mussolini, «un conto è la tolleranza ed il rispetto per tutte le religioni, altro è la cancellazione di ogni riferimento alle nostre radici cristiane. Di questo passo - dice in una nota - si andrà verso una deriva nichilista che peserà sul futuro del nostro popolo. È un atto molto grave che dovrebbe scuotere le coscienze di tutti. Stiamo andando verso una ghettizzazione e una marginalizzazione dei cattolici veramente insopportabile». Sulla vicenda è intervenuta anche la Svp, che in una nota ha affermato che nella scuola di Bolzano «si percorre la via sbagliata verso la tolleranza».
A rischio però non c’è solo Gesù Bambino. Già da un paio d’anni in molte scuole materne ed elementari di Verona e provincia è sparita la tradizionale visita di Santa Lucia: la signora vestita di bianco che il 13 dicembre, accompagnata dal suo Gastaldo e dall’asinello, arrivava in classe per consegnare i doni ai piccoli e fare festa con loro, è andata in pensione. Meglio togliere ogni significato religioso alle attività scolastiche, troppi i bambini musulmani che i santi non li riconoscono. Sempre per garantire un più efficace processo di integrazione, in una scuola di Verona, la classica recita con la nascita del Bambinello è stata abolita da ogni programma didattico perché offende chi Gesù non lo prega. «Chi non riconosce il Natale, i nostri Santi, le nostre ricorrenze religiose, è libero di non aderire, ma guai a scendere a compromessi cercando alternative poco rispettose della nostra cultura millenaria», dice don Maurizio Viviani, direttore dell’ufficio scuole Scuola diocesano di Verona.
Eppure il baratto, lo scambio meno offensivo vince in tutta Italia. Lo scorso anno a Vicenza alcuni presidi avevano annunciato il boicottaggio del concorso indetto dalla provincia sul «Presepe più bello». «Non vogliamo urtare la sensibilità degli studenti atei e musulmani». Il risultato è che a quel concorso hanno partecipato trentasette scuole su poco meno di quattrocento. Sempre un anno fa a Viareggio era in pericolo «Tu scendi dalle stelle», da soppiantare con «Stella» di Antonello Venditti.

Anche in quel caso i genitori avevano detto «no», e sempre per lo stesso motivo: salvaguardare il sentimento religioso di una bambina islamica. La vicenda si è conclusa con un nulla di fatto: i bambini alla fine non hanno cantato un bel nulla.

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