Gheddafi risponde all'Occidente Donne e bimbi come scudi umani

In Libia folle di cittadini si stanno radunando sugli obiettivi che la Francia ha minacciato di attaccare. La tv di Stato: donne e bambini vicino agli aeroporti e a fianco del bunker der raìs. Attacco a Bengasi in mattinata: 26 morti, ma i ribelli resistono. Si combatte anche a Misurata. Migliaia di famiglie sono in fuga dalle città. Il Colonnello scrive lettere ai leader occidentali: "Rimpiangerete ogni ingerenza"

Gheddafi risponde all'Occidente 
Donne e bimbi come scudi umani

Tripoli - I jet francesi solcano i cieli della Libia, Gheddafi pensa agli scudi umani. E' l'ultima, terribile provocazione del Colonnello all'Occidente. Usare i civili per difendere gli obiettivi sensibili. Centinaia di civili, tra cui donne e bambini, si sono radunati a Bab al Aziziyah, il quartier generale di Gheddafi a Tripoli, e vicino agli aeroporti internazionali del paese con l’intento di fungere da "scudi umani" per impedire gli attacchi degli aerei francesi

Attacco a Bengasi Gheddafi lancia l'ultima sfida al mondo: le sue truppe bombardano Bengasi, roccaforte dei rivoltosi. Dopo neanche 24 ore il raìs vìola, così, la no-fly zone decisa dalle Nazioni Unite. Le truppe del Colonnello hanno sferrato nella notte un’offensiva su Bengasi e questa mattina sono arrivate alla periferia ovest della città. E' in corso una furiosa battaglia, con l’artiglieria, i carri armati e i lanciamissili delle forze di Tripoli che continuano a martellare i quartieri centrali. Un portavoce del governo libico ha provato a negare che sia in corso un’offensiva, accusando i ribelli per la violazione della tregua. E il viceministro degli Esteri, Khaled Kaaim, ha avvertito che un eventuale intervento straniero spingerebbe "algerini, tunisini, ed egiziani a unirsi alle forze libiche sul terreno".

L’attacco del raìs E' iniziato intorno alle due di notte l'attacco al cuore della Cirenaica, e da quel momento i combattimenti sono proseguiti ininterrottamente, con colpi di mortaio, lanci di razzi katiuscia e scambi di colpi di mitragliatrice. All’alba ci sono stati almeno due raid aerei a distanza di 20 minuti con bombardamenti di zone attorno alla città. Un terzo bombardamento è avvenuto un’ora dopo. Colpite la strada per l’aeroporto e il quartiere di Abu Hadi. Oltre all’avanzata da ovest, ci sono anche voci di un attacco via mare e da sud, al momento impossibili da confermare. Gli attacchi di questa mattina hanno provocato almeno 26 morti, dicono fonti ospedaliere. I feriti inoltre sono almeno 40.

Mig-23 abbattuto I ribelli, da parte loro, sono riusciti ad abbattere un Mig-23 che è stato visto perdere fumo dal reattore destro prima di schiantarsi in una zona residenziale del sud di Bengasi. Il pilota è riuscito a lanciarsi con il paracadute prima dell’impatto. Testimoni hanno riferito di una jeep che sarebbe riuscita e entrare nei quartieri ovest di Bengasi con a bordo due mercenari di Gheddafi che hanno lanciato granate prima di essere uccisi dai ribelli. Dai documenti è risultato che i due, in abiti civili, erano nigeriani.

Bombe su campo Croce Rossa L’emittente araba al Jazeera ha riferito di un bombardamento sul campo della Croce rossa presente nel centro di Bengasi. 

Civili in fuga da Bengasi Migliaia di persone stanno fuggendo da Bengasi: lo constatano fonti giornalistiche sul posto. I civili fuggono dopo i pesanti bombardamenti di stamani che hanno preso di mira zone residenziali della seconda città libica, roccaforte dei rivoltosi. Il leader del Consiglio nazionale di transizione di Bengasi, l’ex ministro della Giustizia Mustafa Abdel Jalil, ha dichiarato all’emittente araba al Jazeera che la città è sotto l’attacco dei carri armati e dell’artiglieria di Gheddafi. "Per 160 chilometri sulla strada a est che porta fuori dalla città ci sono macchine con famiglie terrorizzate dentro", ha detto l’ex ministro, aggiungendo che gli ospedali della città sono pieni di vittime. Jalil ha quindi sottolineato la disparità di forze dei rivoltosi rispetto alle forze libiche: "Noi abbiamo solo armi leggere, Gheddafi sembra avere armi nuove e potenti".

Battaglia a Misurata Gli insorti libici hanno annunciato di aver respinto ieri un’offensiva delle forze governative a Misurata, città controllata dall’opposizione a circa 200 chilometri da Tripoli, con un bilancio di 27 morti tra le fila dei ribelli. Le forze del regime di Gheddafi sono penetrate nel centro città prima di essere respinti dagli insorti, ha riferito una fonte locale. "27 combattenti sono morti. Abbiamo distrutto 14 veicoli blindati, tra cui alcuni carri armati" ha detto la fonte. E oggi i cecchini delle forze lealiste hanno sparato dai tetti sulla gente in strada e avrebbero ucciso almeno due persone. Gli ospedali non possono curare i feriti perchè non hanno anestetici. Lo hanno riferito alcuni testimoni, aggiungendo che la città è sull’orlo dell’emergenza umanitaria: manca l’acqua da tre giorni. Le testimonianze parlano anche di distruzione ovunque, "non sono state risparmiate neanche case e moschee". Le notizie non possono essere verificate personalmente perché il regime non ha consentito l’arrivo ai giornalisti.

Gheddafi scrive ai leader occidentali Il Colonnello ha inviato delle lettere al presidente Usa, Barack Obama, al presidente francese, Nicolas Sarkozy, al primo ministro britannico, James Cameron, e al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Lo ha riferito il portavoce del governo di Tripoli, Ibrahim Moussa, nel corso di una conferenza stampa. Secondo Moussa, il leader libico rivolgendosi a Cameron e Sarkozy avrebbe scritto: "Rimpiangerete ogni ingerenza in Libia", mentre, parlando al presidente degli Stati Uniti avrebbe dichiarato che il popolo libico "è disposto a morire" per lui. Il portavoce ha quindi precisato che la gente in Libia è disposta a combattere al fianco di Gheddafi "contro le bande armate". 

A Obama: cosa faresti se attaccassero gli Usa? "Se cercassero di prendere il controllo delle città dell'America con la forza delle armi, dimmi cosa faresti".

È un passaggio di una lettera che il leader libico ha inviato a Obama. Il testo è stato letto dal portavoce del governo libico in una conferenza stampa. Gheddafi ha definito "invalida" la risoluzione delle Nazioni unite e ha difeso con queste parole la decisione di attaccare i ribelli.

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