Il giallo sulla sorte del Colonnello Fuggito via mare o a Tripoli?

E' giallo sulla sorte del Colonnello. Pentagono e Casa Bianca sono convinti che sia ancora in un bunker della capitale. Ma resta il sospetto che possa essere scappato con un peschereccio fino in Tunisia. Intanto la Nato bombarda il bunker di Gheddafi. Continua l'assalto dei ribelli a Tripoli. Il figlio dei beduini al potere da 42 anni FOTO La festa dei ribelli . La foto falsa del cadavere del raìs. Ecco tutti gli interessi dell'Italia in Libia

Il giallo sulla sorte del Colonnello  Fuggito via mare o a Tripoli?

Che fine ha fatto Muammar Gheddafi? La guerra è persa, ma il colonnello, da buona volpe del deserto con l’istinto beduino, sembra essersi preparato ad aleggiare come un fantasma sulla vittoria degli insorti. Lo stesso capo della rivolta, il suo ex ministro della Giustizia Mustafa Abdel Jalil, ammette: «Non sappiamo dove sia». E da Bengasi, capitale degli insorti, aggiunge: «Speriamo sia catturato vivo per sottoporlo a un giusto processo e far conoscere al mondo la sua terribile dittatura».

Tre sono le ipotesi segnalate con maggiore frequenza dall’intelligence della Nato e dai ribelli. La più ovvia che Gheddafi sia ancora a Tripoli, come ha ribadito lui stesso nel suo ultimo messaggio audio, trasmesso dalla tv di stato domenica notte, mentre gli insorti penetravano nella capitale. La cittadella fortificata di Bab al Azizya, la sua storica residenza vicina al centro, è una delle ultime sacche di strenua resistenza del regime bombardata dalla Nato. All’interno ci sarebbe Mutassin, il quarto figlio del colonnello, Consigliere per la sicurezza nazionale. Gheddafi potrebbe trovarsi nei bunker sotterranei scavati fino a sei piani di profondità e collegati con gallerie ad altre zone della capitale, compreso, si sospetta, l’hotel Rixos.

L’albergo cinto subito d’assedio ospita i giornalisti stranieri, il portavoce del regime Moussa Ibrahim e altri esponenti governativi. Ieri pomeriggio erano state tagliate luce ed acqua per espugnarlo. Fonti dei ribelli sono invece convinte che Gheddafi abbia trovato rifugio nell’ambasciata venezuelana: il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, è l’unico alleato che lo difende ancora pubblicamente. Voci incontrollate riferiscono invece di un nascondiglio in un ospedale della capitale.
La seconda pista è che il colonnello abbia già lasciato Tripoli per raggiungere la città di Shebaa, una delle sue ultime roccaforti. Una posizione strategica che gli permetterebbe di fuggire dalla Libia attraverso il vicino Ciad. Più improbabile che sia riparato a Sirte, il suo paese natale sulla costa. I ribelli da Misurata, terza città della Libia, stanno muovendo per conquistarla. Il sospetto, però, è che il raìs abbia mandato a Shebaa un convoglio civetta, per far pensare che fosse diretto a sud.

Il Pentagono ha fatto sapere che Gheddafi si trova ancora in Libia e la Casa Bianca conferma di «non avere alcuna prova che abbia lasciato Tripoli», ma la terza ipotesi è una fuga via mare. Nel porto di Tripoli si è combattuto a lungo e i ribelli non hanno fatto entrare nessuna nave per timore che imbarchi i gerarchi del regime. La Nato controlla con attenzione tutte le imbarcazioni, soprattutto quelle dirette a Malta. Un piccolo peschereccio, però, navigando sotto costa, è difficilmente intercettabile e può proseguire verso ovest fino in Tunisia.

Qualunque sia il nascondiglio di Gheddafi gli insorti sperano di costringere il fantasma ad apparire o sparire per sempre. Nella notte di domenica hanno catturato tre dei suoi figli, Saif, Muhammad e Saadi stando bene attenti a prenderli vivi (il corpo di un altro figlio, Khamis, sarebbe stato trovato carbonizzato ieri nella capitale insieme a quello del capo dell’intelligence Abdallah Senussi secondo Al Jazeera). Una fonte de Il Giornale spiega che i ribelli li useranno come arma di pressione per convincere il padre a miti consigli. Muhammad, il primogenito, non è mai stato coinvolto nelle nefandezze del regime. Si era consegnato agli insorti due giorni fa, ma secondo la tv del Qatar sarebbe riuscito a sfuggire. Saadi, il calciatore fallito che ha giocato in Italia, era abbastanza ininfluente. Saif al Islam, il figlio «intelligente», accusato di crimini di guerra, viene reclamato dal Tribunale penale internazionale. I ribelli sperano che serva da esca per il padre.

La tattica di Gheddafi potrebbe essere la stessa di Saddam Hussein: nascondersi per cercare di guidare una

sorta di guerriglia contro gli usurpatori. Soldi e manovalanza per attentati non gli mancano. Per questo una fonte della Nato rivela a Il Giornale che «le prossime 24 ore saranno cruciali per la cattura, o meno, di Gheddafi».

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