Giancarlo Galan: «Gli scrittori contro il Nordest»

A Gian Mario Villalta che ha scritto Perché a Nordest siamo tutti antipatici bisogna far sapere che ha scritto un’enorme sciocchezza. Ci sono studi e ricerche che dicono esattamente il contrario, almeno se è del Veneto che si sta parlando.
Secondo studi e ricerche più che accreditate il giudizio sull’immagine del Veneto appare molto positivo: è un territorio bellissimo e questo per l’89% degli italiani, mentre i suoi beni paesaggistici vengono ritenuti eccellenti dal 78% di coloro che conoscono la nostra regione. Il Veneto è considerato laborioso e produttivo (85%), ricco e benestante (76%) ed appare alla stragrande maggioranza degli italiani come una terra pulita, ordinata e ben tenuta. Inoltre il Veneto è accogliente e generoso per il 70% degli italiani, ma è anche vivace e divertente, stimolante e creativo, elegante e sofisticato, dinamico e innovatore, con una mentalità internazionale e aperta al mondo, cordiale ed estroverso. Se Villalta vuole saperne di più, me lo faccia sapere. Di sicuro qui da noi ci saranno degli antipatici, ma sono un’infima minoranza.
Che dire poi di Andrea Zanzotto, che sappiamo essere il grande poeta da moltissimi amato e quindi letto, che in dialogo con Marzio Breda, nel libro In questo progresso scorsoio, del Veneto riesce a dare un’immagine tutta affogata in una nostalgia del passato. Una nostalgia che fa del poeta di Pieve di Soligo un cantore «reazionario» e ultra conservatore. Reazionari e ultra conservatori a volte sono stati molti grandi poeti e scrittori. Ma in quel loro essere reazionari c’era spesso potenza, immaginazione, cioè una visionarietà assai vitale, quindi intrisa di futuro. Un futuro assente nell’ultimo Zanzotto. D’altra parte, il titolo stesso del libro la dice lunga sul senso di una lettura del Veneto, che è l’esito di un falsificazionismo ingenuo.
Come se non bastasse, oggi \ ho letto un’intervista allo scrittore padovano Ferdinando Camon, che lamenta un Veneto in cui non si legge, i cui ragazzi non reggono il confronto con i loro coetanei europei e che dalle nostre parti ci sarebbe il primato nazionale nel numero di ragazzi bocciati o ritirati al primo anno delle superiori. Con tutto il rispetto e la stima che ho per Camon, devo dire che anche nel suo caso siamo di fronte a delle gravi inesattezze. Il Veneto, a dirlo è il quinto Rapporto annuale della Commissione Europea, è vicino all’eccellenza con una percentuale di giovani «dispersi» che si colloca in posizione intermedia tra la Danimarca e la Gran Bretagna. Nel Nordest, caro Camon, in dieci anni il numero di iscritti alle scuole superiori è cresciuto del 16%, mentre nel resto d’Italia ci si attesta sul 10%. Ancora: se nel 1999 ci furono 151.000 laureati, due anni fa si è andati oltre i 300.000. E non è vero neanche che in Veneto non si legga. Siamo tra le regioni con le più alte percentuali di famiglie che possiedono 100 o più libri in casa. Mi riferisco ai libri, alla carta, ma Camon dovrebbe sapere che oggi i giovani scrivono e leggono su media che nulla più hanno a che vedere con la carta. Il nostro sistema bibliotecario è tra i migliori d’Italia ed è molto gradito dai cittadini veneti. Per esempio, Camon non perda l’occasione di visitare la Biblioteca civica di Montebelluna. Ma di simili, felicissime biblioteche ce ne sono molte altre in Veneto. Da ultimo, io conosco più di un imprenditore, più di un industriale, più di un uomo d’azienda che in fatto di intellettualità o di cultura non è secondo a nessuno.
Ricordo ancora che secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano Il Riformista qualche mese fa, i cittadini veneti apprezzano con un 68% l’offerta culturale proposta dalla Regione. Concludo ricordando solo alcune delle straordinarie imprese editoriali della Regione del Veneto: l’immortale Storia di Venezia pubblicata in più volumi dalla Treccani in accordo con la Fondazione Giorgio Cini, oppure la storia della pittura veneta dalle origini ai giorni nostri, oppure gli eccezionali contributi di Wladimiro Dorigo sul romanico, oppure i numerosi studi su Carlo Goldoni e su Gozzi. Per la verità siamo anche, così dicono gli studiosi, la sola Regione in Italia che pubblica testi in latino.

È il caso di alcune opere di Francesco Petrarca. Infine, senza il contributo finanziario e determinante della Regione del Veneto non ci sarebbero stati i film documentari su Mario Rigoni Stern, Luigi Meneghello e Andrea Zanzotto.
*Governatore della Regione Veneto

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