Cultura e Spettacoli

Giletti querelato per aver detto il vero su Napoli

Massimo Giletti, il conduttore, si può rimproverare tutto tranne che di non sapere fare egregiamente il proprio mestiere di istigatore e aizzatore

Giletti querelato per aver detto il vero su Napoli

In passato ci siamo già occupati dell'Arena, talk show pomeridiano della domenica, in onda su Raiuno, segnalandone pregi e difetti. A Massimo Giletti, il conduttore, si può rimproverare tutto tranne che di non sapere fare egregiamente il proprio mestiere di istigatore e aizzatore. Suole svolgere temi scottanti e ciò rende lo studio incandescente, cosicché gli ascolti schizzano in alto con grande soddisfazione dei responsabili dell'ex monopolio. Siamo costretti dagli eventi a riparlare di questo programma, dopo avere seguito l'ultima puntata, la scorsa domenica.A un certo punto Giletti, infervoratosi nella discussione sui macroscopici problemi di alcune metropoli italiane, per esempio la lacunosa nettezza urbana, ha espresso un pensiero su Napoli, condiviso dalla stragrande maggioranza perfino dei napoletani. Questo (cito testualmente): «Iniziate a fare andare avanti la vostra città, e mettetela a posto perché in vari punti è indecorosa, abbandonata a se stessa. Chi esca dalla stazione centrale trova nei dintorni vicoli pieni di rifiuti, e i cittadini onesti sono sempre in attesa che vengano puliti».

Cosa c'è di strano o di sbagliato in simile affermazione? Nulla. È arcinoto che alcune zone di Napoli - specialmente le meno centrali - sono infrequentabili per l'immondizia straripante. Ci fu un periodo, anni orsono, che cataste di schifezze inamovibili con mezzi ordinari avevano costretto l'amministrazione comunale a chiedere lo stato d'emergenza e l'intervento del governo. Si scatenarono polemiche feroci tra politici di diverso orientamento, i quali si accusavano a vicenda di incompetenza, incapacità, menefreghismo: un autentico scaricabarile. Alla fine, una soluzione (cretina) fu trovata. Anziché distruggere il pattume come usa nelle città civili, i cervelloni pubblici decisero di caricarlo su navi e di trasportarlo altrove, spendendo l'ira di dio per pagare inceneritori stranieri, non essendo funzionanti quelli campani. Ora non so se nel frattempo sia stato escogitato un modo più intelligente per togliere la sozzeria dalle strade, ma so che Giletti ha ragione da vendere: nei pressi della stazione la situazione è quella da lui sommariamente descritta.Allora mi domando perché il sindaco Luigi De Magistris abbia querelato il conduttore pretendendo un risarcimento di 10 milioni di euro. Risarcimento di che? Incomprensibile. Se io scrivo che la stazione Centrale di Milano è spesso presidiata da clochard e da poveri extracomunitari allo sbando mi limito a «fotografare» lo status quo, il che mi pare non sia vietato, dato che non contiene offese ma soltanto la rappresentazione della realtà. Personalmente, non ho nulla contro De Magistris, ma questi deve spiegare perché, invece, ce l'ha con Giletti, reo di aver raccontato correttamente ciò che ha constatato a Napoli.

La televisione e i giornali sono lo specchio di quanto accade e non possono essere accusati di alcunché se riproducono fedelmente i fatti. Chi cerca di intimidire i cronisti minacciandoli nel portafogli, commette un sopruso che andrebbe sanzionato dai giudici. In altri Paesi la cosiddetta «lite temeraria» viene punita, qui da noi non si sa nemmeno di che si tratti. Pertanto è una forma di divertimento assai diffusa intentare causa a coloro che per professione riferiscono, tramite i media, ciò di cui sono stati testimoni diretti o di cui hanno a disposizione la documentazione.

Nel caso di Giletti, negare che egli sia stato scrupoloso nel sostenere che a Napoli la «monnezza» è una costante del paesaggio, è come dire che il Vesuvio è sparito.

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