Il giocattolaio che fa volare le girandole da due secoli

,

Il giocattolaio che fa volare le girandole da due secoli

Francesco Guzzardi

A Gattorna esiste un posto dove, da sempre, i sogni dei bambini diventano realtà. È la premiata fabbrica di giocattoli «Luigi Basso», il più vecchio giocattolaio d'Italia e d'Europa. La storia di questa antica famiglia genovese, iniziò nel lontano 1836 ad Amburgo e proseguì in seguito ad Hannover e Achilla, dove gli antenati emigrati da Gattorna, nelle piazze della città iniziarono in maniera molto artigianale a vendere girandole (all'epoca costruite con piume, legno e carta pesta) e palloncini di gomma: la gioia di tutti bambini del mondo! Non esistendo le moderne strutture di oggi, il «Fundin», ovvero una borsa a tracolla che aperta diventava un banco di vendita, era il «negozio» che questa famiglia di ambulanti usava per vendere i giocattoli. Lo spirito imprenditoriale della famiglia Basso fin da subito si rivelò ineccepibile, oltre al coraggio di lasciare il paese natale per emigrare addirittura in un'altra nazione, fondamentale fu pure la loro fantasia: infatti, la gomma dei palloncini veniva acquistata in Francia e una volta trasformata, veniva gonfiata con un gas (prodotto da loro stessi attraverso una macchina artigianale), con una miscela di acido nitrico e zinco.
L'attività, diventata in poco tempo molto redditizia, è stata tramandata di generazione in generazione fino a Luigi Basso, nato nel 1891 ad Altona, dove i suoi genitori vivevano per la maggiore parte dell'anno. Ma nel 1915 scoppiò la prima guerra mondiale, che interruppe l'attività e lo stesso, con moglie e figli, fu costretto a ritornare a Gattorna dove, con l'aiuto dei familiari, continuò a costruire i cosiddetti «giocattoli poveri». Oltre alle girandole e ai palloncini, l'idea geniale fu quella di costruire anche palline di stoffa (riempite di segatura), ombrellini parasole di carta, cappellini e trombette. In seguito, con l'avvento della celluloide, la costruzione delle girandole e degli altri giocattoli divenne meno difficoltosa (tutto il materiale, prima veniva tagliato e sagomato a mano) e le girandole diventarono il vero fiore all'occhiello dell'azienda. Il successo fu enorme, tant'evvero che il prodotto veniva richiesto in grandi quantità da tutta Italia e l'esportazione anche in Europa, fu la semplice conseguenza nonché la fortuna della famiglia Basso. Il tempo passava e la tecnologia avanzava velocemente.
Alla fine della seconda guerra mondiale e con l'invenzione della «plastica», l'azienda subì un'altra positiva rivoluzione e con l'aumento dei guadagni si poté investire anche nel settore produttivo. Furono acquistati macchinari sempre più all'avanguardia e in grado di soddisfare le continue e maggiori richieste che aumentavano sempre di più. Il binomio tra i nuovi macchinari e la facilità di lavorare la plastica, bella e colorata come piace ai bambini, ha permesso a Massimiliano Basso, nipote di Luigi, e al padre Sergio, di creare un team competitivo, composto da venditori, tecnici e ancora gli immancabili discendenti della famiglia Basso. Nonostante quasi due secoli di vita, l'avvincente produzione di girandole non si è mai interrotta, anzi, il prodotto semplice ma sempre di moda, da qualche anno a questa parte è esportato anche in alcuni paesi del sud America. L'ultimo particolare, ma non per questo meno importante, riguarda i cappellini di carta prima e stoffa in seguito, costruiti per i primi giri d'Italia e indossati anche da Fausto Coppi e Gino Bartali. La premiata fabbrica «Luigi Basso» tuttora non ha rivali, lo dimostra il fatto che si vanta di essere l'unica produttrice italiana delle girandole.

A Gattorna (naturalmente in Piazza Basso), si trovano la sede e la fabbrica, al cui interno esiste un piccolo museo dove sono in mostra antiche e significative fotografie molto eloquenti e un campionario di vecchi e nostalgici giocattoli dell'epoca. Naturalmente nel negozio si trovano giocattoli di ogni tipo, dalla famosa e «magica» girandola alla Playstation: praticamente 200 anni di giocattoli.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica