Giochi di lotta di classe

Nessuno pensava che le Olimpiadi invernali avrebbero fatto scattare di nuovo la lotta di classe in Italia e che esse sarebbero divenute il simbolo del capitalismo. Le Olimpiadi sono borghesi? Esse sono un'espressione di un'unità del mondo attorno a valori da tutti condivisi, e quindi hanno un significato anti-ideologico, evitano la spartizione del mondo in classi, viste in termini di bene e di male e perciò in contrapposizione totale.
Ma questa scomunica delle Olimpiadi è avvenuta: i no global vedono nella manifestazione ciò che essi odiano, cioè un mondo unito al di sopra delle divisioni totali. I no global hanno suscitato una visione manichea del mondo, con nessun riferimento al testo di Marx, ma che anzi trascende anche il marxismo in una sorta di scomunica del reale in nome di un futuro possibile. Ma non è il futuro possibile ad attrarre, quanto l'esperienza del conflitto come motivazione di esistenza, come giustificazione del vivere.
Bertinotti non sarebbe di questa pasta, ma non può farne a meno: non può avere nemici a sinistra. Perciò, quando il sindaco diessino di Torino, Sergio Chiamparino, lo invita a impegnarsi contro le manifestazioni organizzate dai Disobbedienti contro le Olimpiadi, si dissocia. Ed è singolare che ora Bertinotti attacchi Rutelli come amico dei ricchi (e come nemico dei poveri) perché non si schiera a favore della proposta di esproprio della terza casa di proprietà da parte del governo di sinistra. Questo, ovviamente, non è marxismo classico, ma corrisponde invece a quella concezione di pura opposizione alla tecnologia e al mercato che sembra essere la forma di antagonismo oggi prevalente come modello culturale nell'estrema sinistra. Rifondazione, per mantenere la sua identità, deve cavalcare tutti i conflitti sociali ed essere l'anima di ciascuno di essi. È un fatto singolare in Europa, ma certo diviene un elemento significativo nella composizione dell'Unione.
Rifondazione sottoscriverà il programma della coalizione come un programma minimo, come un punto di partenza; essa intende riportare il partito «riformista» al potere per potersi contrapporre ad esso dall'opposizione, giocando, sino a quando le sarà possibile, i due cavalli: di partito di governo nell'Unione, di partito antagonista nella società. Ciò comporterà l'amplificazione della pratica della lotta sociale in Italia con l'occupazione del territorio e delle vie di comunicazione, usata prima dal movimento sindacale, poi dai Comuni e dai poteri locali.
Il caso della protesta contro la Tav ha dimostrato, insomma, che in Italia esiste il diritto di insurrezione ed esso può valere contro ogni impianto tecnologico che abbia un senso per l'insieme del Paese e non abbia senso per il potere locale. L'occupazione del territorio e delle vie di comunicazione è passata dalla lotta sindacale a quella locale. Serve per impedire perfino la costruzione degli inceneritori, giungendo al paradosso, in Campania, che i rifiuti devono essere inviati in Germania a spese dello Stato.

Rifondazione vuole che il Ds abbia il potere per essere partito di lotta e di governo, in un sistema in cui la lotta contro il nemico politico, espresso in Berlusconi, diviene la base per costruire un blocco di potere in cui l'antagonismo sociale di Bertinotti abbia la sua parte come elemento ideologico e come elemento di protesta.
Ciò farebbe dell'Italia un Paese a un tempo non libero e non governabile.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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