Il gioiello del Policlinico: sale operatorie hi-tech e più di cento posti letto

Ospedale all'avanguardia. Anche Tettamanzi benedice il nuovo padiglione: «Isola felice? Non so, ma se ovunque fosse così...»

Ci vorrà ancora molto tempo prima di vedere il nuovo Ospedale Maggiore. Una prima parte, però importante, è già pronta. Si tratta del nuovo padiglione Monteggia che ospita il dipartimento di Neuroscienze e Organi di Senso.
Ad andarne fiero non è solo Carlo Tognoli, presidente della Fondazione Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena, ma anche il governatore Roberto Formigoni, il sindaco Letizia Moratti e il neopresidente della Provincia Guido Podestà intervenuti ieri pomeriggio all’inaugurazione. Perché contrariamente a quanto spesso accade in Italia non si tratta di una cattedrale nel deserto: per costruire l'edificio di 8 piani, di cui due sotterranei, non ci sono voluti anni ed anni. Pronto a livello edilizio con tre mesi d’anticipo, è operativo da tre settimane e i 117 posti letto sono occupati all’80 per cento.
Questo però non è l’unico motivo di vanto: è costato, infatti, 19 milioni di euro rispetto ai 26,5 preventivati. E poi c’è il servizio e l’eccezionale rapporto medico-paziente. «Un’alleanza», come l’ha definita ieri l’arcivescovo Tettamanzi quando nel corso della cerimonia d’inaugurazione ha visitato i ricoverati.
«È stata una visita impressionante - ha dichiarato Tettamanzi - ho constatato uno straordinario rapporto medico-paziente, davvero molto profondo. Al punto che mi chiedo come sarebbe se fosse così dappertutto. Non so se questa sia un’isola felice. Sono poi sicuro che la speranza qui non manca, i medici sono da parte mia oggetto di grande ammirazione per la passione umana che diventa il dna della loro attività quotidiana».
Il nuovo Monteggia non si rivela un ospedale a misura d'uomo solo per il cardinale, ma anche per il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. «In questo padiglione - ha sottolineato - i cittadini possono trovare quello di cui hanno bisogno. Calore e semplicità. Lo stesso calore che trasmette il cotto usato per le pareti esterne. In quest’armonia di forme la bellezza non è un esercizio formale, ma al contrario un segno di rispetto nei confronti del paziente che entrando si sente accolto un po’ come capitava nell’antica Ca’ Granda».
Soddisfatto anche Ferruccio Fazio, viceministro della Salute, che ha ricordato la sua prima volta in assoluto all’ospedale Maggiore. «Era il 1978 - ha raccontato - e proprio al Monteggia ho consegnato il mio curriculum per un posto da professore incaricato».

Ma non è solo per il rapporto affettivo che il viceministro della salute ritiene che il Monteggia possa essere accreditato come centro d’eccellenza. Ne ha sul serio tutte le caratteristiche: medici preparatissimi e strumentazione all’avanguardia.

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