Dimenticati per decenni dalla storiografia, i prigionieri italiani non-cooperatori hanno rappresentato durante gli anni della Repubblica Sociale Italiana una realtà non trascurabile in termini sia numerici sia simbolici. Catturati dagli anglo-americani nei teatri di guerra dove lItalia era impegnata, rinchiusi Oltreoceano in campi di internamento militare, dopo l8 settembre 1943 alcuni soldati italiani scelsero di non cooperare con le forze Alleate. I «Non» - come si autorappresentarono - combatterono una loro guerra privata, con gesti talvolta simbolici, altre volte con azioni concrete, sicuramente una scelta di campo esistenziale che voleva testimoniare la volontà di non tradire gli ideali di una generazione di combattenti.
Allesperienza di quegli uomini è dedicata la giornata di studi che si tiene oggi a Salò (Palazzo della Magnifica Patria, Sala dei Provveditori) a partire dalle 17. «La guerra nel reticolato. I prigionieri italiani non-cooperatori, 1940-1946»: questo il titolo dellincontro, moderato dal professor Roberto Chiarini, presidente del Centro Studi RSI.Giornata di studi dedicata ai «Non» della Rsi
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