Tra Giro e Alemanno scontro all’ultimo stadio

All’ultimo stadio. La polemica sul nuovo impianto sportivo della Roma, presentato in pompa magna martedì scorso e poi subito «demolito» dalle critiche, non si placa. Ieri il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro ha dato degli «sprovveduti» ad Alemanno e Marrazzo: «Voglio dare un messaggio ai tifosi - ha detto Giro a una trasmissione radiofonica -: non fatevi fregare. C’è dietro una speculazione edilizia importante, affinché non lo sia bisogna vedere i progetti, e il progetto non esiste, non c’è una sola carta. A ora non esiste nessun progetto. Io non sono contro lo stadio, sono contro le speculazioni edilizie. Non è una questione legata alla Lazio oppure alla Roma, qui bisogna essere chiari. Alemanno e Marrazzo hanno dichiarato che non esiste nessun progetto, che non ne sanno nulla, che non ne vogliono sapere, che non sono interessati. Quindi si è alzato un polverone su nulla. Liberate i tifosi della Roma da questi condizionamenti, non spostate la loro buona fede, sono state spese tante belle parole ma non si capisce nulla». Pronta la risposta dello «sprovveduto» che siede in Campidoglio: «Quando si parla di speculazione - ha detto Alemanno - bisogna stare attenti, il conto economico viene passato ai raggi x per permettere all’impresa di realizzare il progetto, perché noi non possiamo mettere i soldi dei contribuenti. Voglio ribadire due cose: la prima è il fatto di voler fare lo stadio per l’impegno della campagna elettorale, è stato firmato da tutti i partiti, aggiungo che c’è una legge in Parlamento che agevola le procedure per le società interessate. Giro ha detto che era contrario allo stadio, ma si è dimenticato che anche lui ha firmato a suo tempo l’impegno elettorale. Il secondo problema è dove fare lo stadio: questo deve partire dalla società, abbiamo invitato le squadre a presentare il progetto, il primo è stato molto generico, bisogna formalizzarlo per vedere se è fattibile per poter far partire i lavori». Quello sul nuovo stadio, ha aggiunto il sindaco, è «un dibattito è normale ma certamente c’è un eccesso di toni che non mi so spiegare. La cosa importante è stare attenti alle burocrazie, fare in modo che non impediscano la realizzazione delle opere. Noi abbiamo la struttura del fare, del generare lavoro. Vi garantisco che si farà, spero in termini rapidi».
Intanto molti si interrogano sul futuro dell’Olimpico. «La costruzione dei nuovi stadi di Roma e Lazio - ha detto Gilberto Casciani, presidente del gruppo consiliare Amore per Roma - liberando lo stadio Olimpico dalle esigenze del calcio, può rappresentare una buona occasione per ipotizzare il ripristino e il mantenimento di un’area che ci invidiano in tutto il mondo e restituirla ai cittadini».

Di diversa idea Enzo Foschi, vicepresidente della commissione Sport alla regione Lazio e consigliere regionale del Pd: «mi chiedo se non si possa opportunamente riflettere sull’ipotesi di demolire lo stadio Olimpico e costruirne uno dedicato esclusivamente al calcio, ma nello stesso punto, al Foro Italico, e al contempo realizzarne un’altro, di 20mila posti, come già si era pensato di fare, dedicato all’atletica leggera collocandolo a Tor Vergata».

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